sabato 21 gennaio 2017

La Commissione Parlamentare Antimafia a Milano

La Commissione Parlamentare Antimafia è tornata a Milano per due giorni di audizioni e per una presentazione di un dottorato di ricerca dell’Università Statale.
Due giornate intense che si sono aperte con una visita al carcere di Opera, dove si trovano i detenuti in regime di 41bis, per completare un’indagine sul funzionamento di questo modello di carcerazione. La delegazione della Commissione Antimafia, guidata dalla Presidente Rosy Bindi, si poi recata in Prefettura per un ciclo di audizioni con le forze dell’ordine e i magistrati per un aggiornamento sulle tante indagini aperte sulle realtà milanesi e del Nord Italia, dove sono state poste all’attenzione anche alcune vicende riguardanti i Comuni di Corsico, Cisliano, Melegnano e Tribiano.
L’ultima giornata della missione milanese, invece, si è svolta presso l’Università degli Studi, dove Rosy Bindi, insieme a Nando Dalla Chiesa e ai Rettori Vago e Manfredi, ha presentato il primo Dottorato di Ricerca in Studi sulla criminalità organizzata.
Un dottorato fortemente voluto dalla Commissione Parlamentare Antimafia, che metterà a disposizione dei dottorandi la propria documentazione e, grazie a cui, l’Università ha potuto ottenere anche un finanziamento da parte del Governo, composto da 13 settori di specializzazione per poter essere in grado di rispondere alle varie esigenze di chi vorrà intraprendere quel percorso (spesso si tratta di soggetti con profili molto vari, da chi desidera entrare nelle forze dell’ordine, a chi ambisce al giornalismo, a cooperanti di ONG, a chi andrà a lavorare in beni confiscati o a figure della Pubblica Amministrazione che si troveranno poi a dover cercare di contrastare la corruzione).
È il primo dottorato che nasce dall’interazione di più istituzioni: Università degli Studi di Milano, Università del Centro e del Sud Italia, Collegio dei Rettori, Commissione Antimafia, Governo, associazioni e anche Regione Lombardia (che ha erogato 50mila euro per una borsa di studio).
Rosy Bindi ci ha tenuto a ricordare l’impegno della Commissione Antimafia sul fronte della formazione: nei mesi scorsi, infatti, si erano già svolti incontri nell’Università della Calabria e anche all’Università Statale di Milano perché “le mafie si evolvono – ha affermato la Presidente – e anche chi vuole combattere la mafia deve studiare per adeguare i propri strumenti per poter ottenere dei risultati”.
Nando Dalla Chiesa ha rivendicato l’importanza di esser riusciti a far diventare gli studi antimafia degli studi a pieno titolo e non più dei percorsi minori, “segno che oramai viene riconosciuta la gravità della situazione e non la si nega più”, ha commentato il professore, che ha poi sottolineato come a partecipare e ad interessarsi di questa materia siano in prevalenza le donne.
Il Presidente della Conferenza dei Rettori, Manfredi, ha evidenziato l’importanza di creare delle competenze diffuse sul tema del contrasto alle mafie ma anche – proprio grazie al nuovo dottorato - di poter dotare le persone di una preparazione specialistica, mentre Rosy Bindi ha detto che è necessario “laicizzare l’antimafia: per tanto tempo la lotta alle mafie è stata patrimonio quasi esclusivo di associazioni e movimenti civici mentre ora c’è la necessità che diventi un impegno civile di tutti e per questo è importante la formazione”. “Nella storia del nostro Paese c’è anche la mafia e bisogna saperlo se la si vuole combattere – ha affermato Rosy Bindi – e quindi bisogna studiarla a partire dalle scuole”.