sabato 15 novembre 2014

La dove c'era una strada ora c'è il fiume

Stasera siamo sott'acqua. Non è una novità. Ci siamo abituati. E' una storia che si ripete da tantissimi anni più o meno sempre allo stesso modo. L'incazzatura, invece, aumenta ogni volta di più. Aumenta anche se vedi che fuori stanno lavorando come matti per cercare di salvare il salvabile e per limitare i danni o ripristinare ciò che l'acqua ha compromesso. Mai, come negli ultimi anni, si è visto un tale dispiegamento di uomini e di mezzi tanto tempestivo. Però il problema resta: il Seveso esce, le strade diventano un fiume di acqua marroncina, le macchine vengono bloccate, a piedi è complicato muoversi, i mezzi pubblici scarseggiano, i marciapiedi scompaiono e, quando va male, salta anche la luce per ore, si allagano cantine e box e poi perdiamo giorni a pulire e rimettere in ordine qualcosa che nel giro di poche settimane sarà nuovamente sottosopra.
Le cause sono molteplici e note (la cementificazione eccessiva, il cambiamento climatico, la mancanza di interventi per la pulizia delle acque e del percorso sotterraneo del Seveso da parte di chi avrebbe dovuto farli...) ma oggi di tutto questo, qui in zona non interessa nulla. Oggi, a Gino interessa che ha dovuto chiudere il negozio alle 14:00 (annullando appuntamenti e mandando a casa le clienti presenti) per non restarne prigioniero fino a stanotte, ai due coraggiosi spalatori del mio condominio interessava che non entrasse l'acqua nei box, nel locale cantine e in quello contatori, a chi ha lasciato l'auto parcheggiata in strada e ogni tanto si affacciava alla finestra per guardare il livello dell'acqua interessa sapere in quali condizioni potrà recuperarla e se domani ripartirà, a chi ha la cantina allagata interessa fare il conto delle cose che anche a questo giro si troverà a buttare via, a chi aveva degli impegni da svolgere fuori casa interessa che non ha potuto rispettarli (con tutte le conseguenze), a chi era fuori casa interessa poterci rientrare al più presto. Se non si capisce questo, è inutile fare tutte le altre discussioni.
La situazione che si è creata con le continue esondazioni del Seveso non è più accettabile.
Non è normale trovarsi ad esitare prima di uscire di casa ogni volta che piove perché non si sa come e quando si avrà modo di tornarci. Non è normale doversi chiedere ogni giorno se è il caso di vestirsi da persona normale o se è meglio mettersi in tenuta da pescatore e portarsi gli stivaloni di gomma appresso perché non si sa cosa si può trovare al ritorno. Non è normale che una città come Milano (non un Comune in cima alle montagne o in riva al mare) vada letteralmente a fondo ad ogni goccia d'acqua che scende. Certamente, le piogge di questi giorni sono molto più consistenti di quelle degli anni scorsi, ma il Seveso è sempre uscito comunque, indipendentemente dalla portata delle piogge.
Ammiro molto l'impegno e la dedizione che ci stanno mettendo le persone che sono in strada a lavorare per darci le informazioni e fare in modo che tutto torni presto alla normalità ma assicuro che qui non interessa a nessuno: qui le persone chiedono che questa situazione venga risolta in modo definitivo e che si inizino i lavori perché le esondazioni non avvengano più (se non in casi davvero eccezionali).

p.s.: quando l'esondazione è appena all'inizio, se siete in strada, non state lì ad attendere che smetta ma cercate un modo per rientrare immediatamente a casa perché più passa il tempo e maggiore sarà la difficoltà di rientro (per strade chiuse o impraticabili per l'acqua che si alza)