domenica 22 marzo 2015

Le mafie al Nord raccontate all'Isola

Nelle scorse settimane al Circolo PD Primo Maggio Isola Zara si è svolto un interessante incontro sul tema delle mafie al Nord con il senatore Franco Mirabelli (Capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Parlamentare Antimafia) e Roberto Cornelli (Docente di Criminologia e ex segretario metropolitano del PD).
Il senatore Mirabelli, raccontando parte degli approfondimenti svolti con il lavoro in Commissione Antimafia, ha spiegato che dalle numerose inchieste di questi mesi è emerso che l’organizzazione criminale predominante al Nord è la ‘ndrangheta, che non si è semplicemente infiltrata ma è proprio insediata in modo ben radicato in molti territori. Questo radicamento – ha spiegato il senatore (video dell'intervento) – è stato possibile perché troppo spesso nell’opinione pubblica non vi è alcuna percezione della pericolosità della ‘ndrangheta, in quanto non particolarmente è visibile o violenta (non spara, non compie reati predatori che suscitano ansie nei cittadini): “La ‘ndrangheta, infatti, è interessata al potere, al consenso tra la gente, vuole comandare sul territorio. Spesso gli ‘ndranghetisti vogliono essere quelli a cui stringono tutti la mano o a cui si offre il caffè”, ha raccontato Mirabelli.
Puntualizzazione che ha visto concorde anche Roberto Cornelli, che ha sottolineato come molto spesso si hanno infiltrazioni criminali nel settore dello sport perché i mafiosi “cercano un ruolo rispettabile, non appariscente ma che garantisca accesso agli uffici pubblici e li renda interlocutori delle amministrazioni locali e il potersi presentare con il voto buono di chi vuole costruire un campetto per i ragazzi o per la squadra di calcio cittadina li agevola e apre loro le porte”.
Inoltre, la ‘ndrangheta si insedia in prevalenza nei piccoli Comuni perché non ama avere i riflettori puntati, preferisce agire nell’ombra e i territori del Nord – ha affermato Mirabelli – vengono scelti perché ci sono i soldi dei privati e gli ‘ndranghetisti mirano a entrare nell’economia legale privata e a condizionare il mercato.
Mirabelli ha segnalato anche che la ‘ndrangheta è un’organizzazione potente, verticistica, a composizione familiare (e per questo non vi sono pentiti) e, soprattutto, dispone di ingenti quantità di denaro derivanti dal traffico di droga e, per questo, in tempo di crisi, è stata fortemente agevolata ad infiltrarsi nelle aziende che, trovatesi in difficoltà, necessitavano di crediti. “Ma, attenzione, - ha precisato Mirabelli – le mafie non si sono insediate al Nord a causa della crisi economica e non scompariranno quando finirà la crisi”.
Aspetto, questo, su cui si è soffermato anche il criminologo Cornelli, il quale ha ricordato: “Abbiamo esaltato per anni le microimprese a conduzione familiare, che sono una forza del nostro Paese e sono radicate in particolare in Veneto e in Brianza, ma queste sono le prime a soffrire a causa della crisi economica e sono quelle che rischiano di più di mettersi nelle mani dei criminali per trovare capitali per riuscire a non chiudere in tempi difficili”.
Sempre sul tema dei capitali, Cornelli ha segnalato che, lavorando nel traffico di droga, le mafie di fatto entrano in gioco nella politica e nell’economia globale e, per questo, sarebbe importante riproporre nell’agenda politica il tema dei mercati illegali: “Pino Arlacchi, da deputato europeo, aveva cercato di far eliminare anche le sostanze da cui si ricavano le droghe ma non c’era riuscito”, ha ricordato il professore.
Il senatore Mirabelli si è poi soffermato sull’attività svolta dal Parlamento in questi mesi anche sul fronte del contrasto alle mafie: “Lo Stato ha la possibilità di sconfiggere le mafie e sono stati fatti passi in avanti anche in questa legislatura. – ha affermato l’esponente PD – Tra le norme approvate c’è la modifica dell’articolo 416ter del Codice Penale che punisce il voto di scambio, inteso come voto in cambio di favori (che era stato richiesto da Libera e dai magistrati antimafia); è stato introdotto il reato di autoriciclaggio; è stata istituita l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone e, infine, sono state proposte delle modifiche al Codice Antimafia (alcune delle quali riguardano l’Agenzia per i Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che, fino ad oggi, non ha funzionato particolarmente bene e che deve essere messa nelle condizioni di operare)”.
Sul dibattito politico in corso, Mirabelli ha affermato che è scorretto utilizzare sempre la cultura del sospetto e che ci sono alcune forze politiche che utilizzano la lotta alla mafia contro gli altri mentre, invece, la lotta alla mafia la devono fare tutti. Il Partito Democratico, secondo il senatore, sta facendo bene la propria parte e sta cercando di dare un messaggio forte con i provvedimenti messi in campo in questa legislatura.
Cornelli ha segnalato, comunque, la necessità di riproporre il tema della regolamentazione dei partiti politici per cercare di evitare possibili tentativi di infiltrazioni come quelli che sono stati smascherati anche dalle recenti inchieste.