domenica 17 aprile 2011

Rosy Bindi per l'avvio della campagna del Pd a Milano

Ieri, con la pubblicazione definitiva delle liste elettorali, ha preso il via ufficialmente la campagna del Partito Democratico e che ha visto come protagonista Rosy Bindi. Tutta la giornata, in realtà, è stata animata da vari eventi sparsi sul territorio della città di Milano, organizzati dai singoli candidati al consiglio comunale e a cui, il più delle volte, ha preso parte anche Giuliano Pisapia.
Un’iniziativa di rilievo nella mattinata è stato l’incontro organizzato da Pierfrancesco Maran al Teatro Elfo Puccini, in corso Buenos Aires, a cui hanno partecipato anche alcuni dei candidati ai consigli di zona della città, in prevalenza giovani (tra cui Lorenzo Boati per la Zona 7, ventenne e molto impegnato nel settore dell’associazionismo). Si è trattato di un’iniziativa molto vivace, caratterizzata da interventi di cittadini, di esponenti della politica e dell’associazionismo e da una buona presenza di pubblico in sala, concluso con un intervento di Maran che, nonostante all’apparenza sembri un ragazzino, ha trent’anni e ha già maturato cinque anni di esperienza in consiglio comunale e si candida per il secondo mandato. Un discorso molto concreto quello di Maran, incentrato sui problemi reali dei cittadini e sulle promesse non mantenute dalla giunta Moratti, a partire dalla sicurezza annunciata a parole ma che si è tradotta di fatto con coprifuoco nei quartieri e riduzione delle forze dell’ordine, mentre una città è più sicura quando è assicurata la vivibilità dei quartieri. E poi il tema dell’Expo che, secondo Maran, dovrebbe essere motore di sviluppo per la città, mentre invece rischia di ridursi ad affare per pochi, così come dimostra quanto avvenuto sulle aree destinate all’evento (dopo tre anni dall’assegnazione), mentre invece dovrebbe coinvolgere tutta la città e non solo alcuni luoghi. Altro tema legato a questo e toccato da Maran è stato quello dell’occupazione: «La Moratti, nel suo libretto ha promesso 61.000 posti di lavoro ma non ha visto che lo studio da cui ha preso spunto parlava di “occasioni di lavoro” che è una cosa diversa perché può voler significare anche solo contratti di un mese o mal retribuiti», mentre l’Expo dovrebbe poter portare «occupazione sana e buona a Milano», ha sottolineato il consigliere. Occupazione che, secondo Maran, deve riguardare i giovani ma anche chi, raggiunto una certa età e rimasto senza lavoro, ha difficoltà a ricollocarsi. Grande battaglia di Maran portata avanti in comune in questi anni e ribadita nel corso dell’evento è stata poi quella del trasporto pubblico anche per la notte e sul passante ferroviario. Altra contestazione mossa a Letizia Moratti è stata poi quella di aver preso decisioni arbitrarie, senza alcun coinvolgimento dei cittadini e senza nemmeno che si assumesse fino in fondo la responsabilità delle scelte intraprese. [Video di un frammento dell'intervento di Pierfrancesco Maran]
Nel pomeriggio, invece, la città è stata animata da iniziative-festa al Parco Solari e alla Darsena ma, protagonista indiscussa degli eventi milanesi è stata Rosy Bindi, la quale ha preso parte a diversi eventi elettorali e ha fatto il pieno di pubblico ad un incontro al Palazzo delle Stelline, con una sala gremita di gente. Tema dell’incontro è stato quello del welfare, servizi, famiglia, associazionismo e hanno partecipato anche Stefano Boeri, Marco Granelli, Maria Grazia Guida, Fabio Pizzul e, ovviamente Giuliano Pisapia.
Rosy Bindi, nel suo intervento conclusivo, ha sottolineato l’importanza di vincere le elezioni a Milano, luogo in cui sono iniziati diversi cambiamenti nel corso degli anni e, un vento nuovo che parta dal capoluogo lombardo può essere indice di cambiamento anche per il resto d’Italia. «Ce la si può fare», ha affermato Rosy Bindi, incoraggiando i sostenitori del Pd a dare forza a questa campagna elettorale perché «la vostra battaglia milanese è la nostra nazionale: tutto il Pd è per Milano». Rosy Bindi ha, quindi, ricordato che «il primo segnale della debolezza del centrodestra è la discesa in campo di Berlusconi come candidato al consiglio comunale». Tanti, poi, i temi affrontati dalla Bindi nel corso del suo intervento, in cui non ha risparmiato battute a Letizia Moratti e al suo libretto («ma dove ha trovato il tempo di farsi fare tutte queste fotografie?!»), a Berlusconi («si dice di non parlarne male ma come si fa a non parlar male di lui con quello che combina?! Io sono garantista proprio perché mi oppongo all’impunità di Berlusconi») e a Mariastella Gelmini («ricordo bene la Moratti come Ministro dell’Istruzione ma la Gelmini l’ha ampiamente superata…»).
Venendo ai temi dell’incontro, Rosy Bindi ha sottolineato la necessità di convincere che la solidarietà non è solo un dovere ma conviene e dalla crisi non si esce da soli ma si sta bene quando stanno bene in tanti.
«La destra ha smantellato lo stato sociale e poi ha fatto sfoggio dei bonus dati al posto dei servizi tolti», ha affermato la Bindi, contestando la «nuova antropologia» pensata da Sacconi e applicata dalla Moratti, secondo cui non solo hanno smantellato i servizi pubblici ma hanno anche fiaccato il mondo dell’associazionismo e della solidarietà (ad esempio con il congelamento del 5 x mille) e hanno cercato di ammantare tutto ciò come se fosse un valore, raccogliendo anche un certo consenso in quel mondo. [Video dell'intervento di Rosy Bindi]
Dura anche sulla questione della famiglia e dei diritti, Rosy Bindi ha ricordato che la definizione di famiglia è scritta nell’articolo 29 della Costituzione, ma a questo occorre ricordare che esistono i diritti delle persone. [Video dell'intervento di Rosy Bindi]
Un ultimo affondo è stato poi riservato alla Lega, colpevole di voler dividere il Paese non territorialmente, secondo Rosy Bindi, ma creando diseguaglianze e ha invitato i milanesi a fare campagna elettorale contro i leghisti: «Non vengano più a parlare di sicurezza dopo quello che hanno fatto a Lampedusa e dopo aver approvato la prescrizione breve e altre leggi simili», ha tuonato la presidente del Partito Democratico. «La Lega è rimasta vittima delle sue politiche», ha sentenziato, infine, la Bindi. [Video dell'intervento di Rosy Bindi]
In merito all’Europa e all’atteggiamento di chiusura verso l’Italia, la presidente del Pd ha ricordato che quella è l’Europa della destra, non certo quella a cui aveva contribuito Romano Prodi.
Nel complesso si è trattato di una giornata politica milanese molto intensa e ricca di contenuti, a cui le persone hanno dimostrato di partecipare con grande interesse.
Programma del Pd per Milano: www.winciamo.it

mercoledì 13 aprile 2011

Quando la Carta diventa «manifesto» - Avvenire

Dai magistrati al popolo viola, tutte le volte che la Carta è stata usata per protestare - Avvenire 13 aprile 2011
In mano per essere sventolata come un libretto.
Sotto la mano per un giuramento. Tra due mani a leggio per essere declamata.
Persino in formato gigante per essere agitata come un cartellone. La Carta costituzionale negli ultimi anni è diventata sempre più - da quadro normativo supremo della nostra politica, dal quale tutte le leggi discendono - anche un oggetto protagonista in prima persona dello scontro politico. Colpa del centrodestra che la vuole tradire, insorgono le opposizioni. Con in prima fila il Pd che ieri - constatata l’impossibilità di frenare la maggioranza in tema di giustizia - ha escogitato una maratona oratoria a base di lettura dei suoi articoli.
Macché, è la 'sinistra' a considerare la Carta del 1948 un feticcio intoccabile – ribatte lo schieramento avversario – usato per bloccare ogni tentativo di riforma in campo politico ed economico (vedi la recente polemica sull’articolo 41).
L’ostruzionismo a colpi di Costituzione, però, è un inedito a memoria d’uomo.
Anche i radicali, maestri di oratoria fluviale e inventori del 'filibustering' all’italiana, hanno fatto impazzire vari presidenti della Camera con infiniti richiami al regolamento (che pure ha un valore costituzionale) e all’ordine dei lavori. Ma la strategia messa in atto dal partito di Pier Luigi Bersani da un lato affonda le sue radici nella storia dei partiti della prima Repubblica (la Repubblica dei partiti, appunto, per dirla con Pietro Scoppola), dall’altro guarda ai vari movimenti di protesta nella società civile dei nostri giorni. Prima icona, dunque, Dario Franceschini, che nel febbraio 2009 giurava da segretario del Pd sui sacri valori della Repubblica di fronte a un commosso papà Giorgio, ultraottantenne partigiano 'bianco' e già deputato Dc negli anni Cinquanta. Un rappresentante emblematico di quella politica dell’arco costituzionale, cioè delle compagini che hanno fatto la Carta, Msi escluso. Secondo fermo immagine: le colonne di viola vestite o quelle scese in piazza brandendo in girotondo, oltre alle agende rosse uguali a quella di Borsellino, anche il libro scritto dai padri costituenti del 1947. Per chi ama la cultura, declinata come impegno civile, poi, nei mesi scorsi è stato tutto un susseguirsi di lezioni di diritto costituzionale in varie sedi, con Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà nei panni dei docenti democratici in servizio permanente effettivo. Fino all’apoteosi del 12 marzo scorso per la maratona giornalistico-politico-spettacolare del C-Day. Per non parlare di alcuni magistrati che all’inizio dello scorso anno, per criticare i progetti di legge in tema di giustizia, si sono presentati in varie sedi, tra cui la piazza del Quirinale, con le toghe a lutto (oppure sfilandosela) e agitando una gigantografia della Costituzione. Sana e robusta, si dice, infatti.
(G.San. - Avvenire)

giovedì 7 aprile 2011

Interviste al gruppo AreaDem da Cortona

Intervista a Dario Franceschini realizzata qualche tempo fa a Cortona: la politica nazionale, la necessità di riscrivere una gerarchia dei valori e la Lombardia i temi affrontati.
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Con Sergio Cofferati abbiamo parlato di lavoro, diritti dei lavoratori e politiche per lo sviluppo, senza tralasciare Milano e le elezioni comunali.
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Stefano Saoncella, esponente del Pd del Veneto, ha parlato delle tematiche del Nord Italia, del problema della Lega e di come si vede Milano da fuori.
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Stefano Saoncella del Pd del Veneto è stato anche uno degli animatori delle liste congressuali che avrebero dovuto inserire un po' di giovani all'interno del Partito Democratico e ci ha raccontato il rapporto che c'è tra i giovani e la politica. Guardate il video dell'intervista>>>