martedì 23 novembre 2021

Quando c'era Berlinguer

Serata al Teatro della Cooperativa a Niguarda, dove è stato trasmesso il film "Quando c'era Berlinguer", con la Fondazione Quercioli, Abitare, il senatore Franco Mirabelli e in collegamento Walter Veltroni.
Un film bello, che racconta la storia di un importante esponente politico del nostro Paese che è rimasto nel cuore di tante persone e che ha segnato la storia della sinistra e non solo, fatto vedere attraverso immagini, racconti di chi lo ha conosciuto e ci ha lavorato insieme, dalle interviste televisive e dai documenti storici della vita dei partiti.
Un film in cui appaiono anche tanti temi che, nonostante siano passati molti anni da quando c'era Berlinguer, sono ancora in discussione oggi, come i diritti delle donne e il loro non rimanere recluse in casa, la tecnologia per usi buoni o cattivi ma anche l'Europa, i rapporti con i partiti politici degli altri Stati e la collocazione dell'Italia nel mondo occidentale.

domenica 21 novembre 2021

domenica 7 novembre 2021

La bella vittoria elettorale

Il lavoro della campagna elettorale del Partito Democratico e del Circolo PD Rigoldi di Niguarda è stato premiato: abbiamo sostenuto 4 validissimi candidati, è stato eletto Giorgio Bettoli (che ora è anche capogruppo del PD in Municipio) e gli altri si sono piazzati ai primi posti tra i non eletti, ricevendo moltissimi consensi.
È stato fatto un grande lavoro da parte di tutti, circolo, candidati, simpatizzanti e siamo riusciti a suscitare l’interesse anche di molte realtà attive nel quartiere e questo per noi è motivo di grande gioia ma anche di grande senso di responsabilità, perché ovviamente adesso questi mondi si aspettano anche di essere rappresentati e speriamo di poterlo fare al meglio.
Il clima che abbiamo respirato in questa campagna elettorale è stato certamente molto positivo, più delle altre volte: quando le persone prendevano i volantini spesso manifestavano consensi verso il Sindaco Sala e sorridevano anche a noi; con qualche difficoltà quando magari si andava a toccare problematiche rimaste aperte come buche nelle strade e sui marciapiedi, assenza di parcheggi, traffico, cantieri aperti e mai finiti. Complessivamente, però, si percepiva una certa vicinanza.
Quello che ha stupito è stata l’entità del risultato perché credo che nessuno si aspettasse una vittoria così ampia e così diffusa nella città.
Io credo che molto sia stato legato all’effetto trascinamento: chi votava Sala e il PD tendeva a farlo su entrambe le schede, a meno che non ci fossero particolari conoscenze rispetto ad altri candidati per cui si potesse prefigurare qualcosa di diverso. Resta il fatto che il PD è stato riconosciuto come l’unico partito serio e anche riconoscibile dagli elettori, che infatti ci hanno premiati. A Milano e non solo il PD è il primo partito.
Questo ci consente di essere molto contenti ma non possiamo fermarci a questo: da qui in avanti occorre lavorare per dare seguito al mandato che hanno conferito gli elettori e impostare le politiche che determineranno il futuro della nostra città e dei nostri territori. Il risultato non deve essere qualcosa su cui sedersi ma un punto da cui partire e che ci sproni a costruire progetti utili per la cittadinanza e, politicamente, mi viene da dire, anche per fare in modo che il consenso ottenuto non sia volatile ma si consolidi in vista anche delle prossime scadenze che avremo e che si intrecciano con la dimensione nazionale e regionale.
Sul piano nazionale, le belle vittorie ce le siamo goduti poco perché poi le cronache politiche sono state riempite da altro, come la vicenda della Legge Zan e i primi approcci alla discussione sul prossimo Presidente della Repubblica. Ora, però, si andrà a discutere della Legge di Bilancio e, quindi, di temi economici che, seppur difficili, avranno un forte impatto sulla quotidianità delle persone, soprattutto di quelle che in questi anni di pandemia hanno sofferto di più la crisi che ne è seguita.
La pandemia sta producendo anche uno strano strascico di eventi non proprio positivi: da tempo le nostre strade si sono riempite di manifestazioni di protesta. Durante i mesi del lockdown erano proteste contro le chiusure, erano mondi che chiedevano di ripartire a cui si sommavano altre pretese e atteggiamenti più velleitari. Oggi sono manifestazioni di chi protesta contro il green pass a cui si sono spesso infiltrati altri soggetti portatori di altre istanze non sempre dichiarate. Anche oggi a Milano, per il sedicesimo sabato consecutivo, ci sarà una manifestazione e non è neanche chiaro dove. Francamente, io credo che sia ora di finirla di lasciare le strade della città in ostaggio di queste cose, anche perché mi pare che il mondo sia andato più avanti rispetto alle motivazioni dichiarate della loro protesta. Rimane il fatto che in questo periodo si sono anche aperte delle ferite nella società e qualcuno evidentemente sfrutta il disagio sociale per altri scopi.
La nostra città ha saputo cambiare durante la pandemia, reinventarsi: con Expo eravamo diventati una città europea, meta di visitatori internazionali per ragioni professionali e turistiche; con la pandemia abbiamo valorizzato maggiormente gli aspetti legati alla solidarietà, alla prossimità, alla vicinanza (sia fisica, con l’idea della città a 15 minuti che di reti di welfare per dare supporto a chi è andato in difficoltà).
Da qui si riparte verso nuovi obiettivi.