giovedì 9 gennaio 2014

La forma conta come la sostanza

Sarà che vengo dalle "Lettere", sarà che a scuola mi hanno insegnato che la lingua scritta è diversa da quella parlata - anche se oggi, soprattutto nella comunicazione giornalistica (e ancora di più in quella online), si tende sempre di più a scrivere come si parla - ma quando vedo i documenti ufficiali presentati in forme ben poco consone a ciò che dovrebbero essere mi viene l'orticaria. 
Questo non vuol dire scrivere i documenti in forme arcaiche, paludate o incomprensibili (tanto più se necessitano di una divulgazione ampia) ma vuol dire che quando si scrive lo si deve fare tenendo conto delle caratteristiche che deve rispettare il linguaggio scritto, mentre le altre forme possono trovare spazio nella dialettica da utilizzare nella presentazione dei documenti e nella loro enunciazione all'esterno.
Mi vengono i brividi a leggere dei documenti ufficiali scritti con gli hashtag all'interno: gli hashstag si mettono sui social network nelle brevi frasi di lancio del documento, non dentro al testo del documento.
Mi vengono brividi anche quando vedo frasi da bar o da conversazione sbattute in mezzo al documento insieme alle note di carattere ufficiale: le frasi da conversazione, il linguaggio diretto lo si usa quando si racconta il documento non nel testo scritto.
Così come sarebbe opportuno che i documenti ufficiali fossero fatti circolare anche dai canali ufficiali (oggi con l'immediatezza dei social network e l'esigenza di tempestività è più complicato): ad esempio la newsletter deve partire dall'indirizzo ufficiale di riferimento e non da altri personalizzati ed esclusivamente alla propria cerchia ristretta di simpatizzanti
Sarà poco cool ma è italiano corretto ed è forma consona e appropriata al valore ufficiale che ha il documento e la forma è importante quanto la sostanza. 

Caro Matteo Renzi, oltre che a parlare bene, impara anche a scrivere e inviare le comunicazioni nelle modalità appropriate