mercoledì 30 novembre 2016

L'esaltato

Tra gli incontri di questi giorni c'è anche lui.
Gira per i mercati (io l'ho visto in zona 9 ma non escluderei che vada anche altrove) tenendo alto il cartello del No sopra la testa e urlando come un matto tra i banchi.
Urla di essere disoccupato, di non aver paura a dichiarare di votare no. Urla che il sì farà reintrodurre l'immunità parlamentare (questo significa che non solo non conosce la riforma ma non conosce neanche le norme vigenti attualmente). Poi urla che sono tutti ladri, che verrà la dittatura perché vogliono impedire ai cittadini di scegliere.
Quando trova un gruppo del Sì gli si mette al seguito, con l'unico evidente scopo di disturbare. Urla come un esaltato di esser lì gratuitamente e non pagato come gli altri.
Urla anche di essere del quartiere.
Ovviamente non è vero: ieri in Bicocca ha urlato di esser nato lì, oggi a Niguarda ha urlato di esser nato anche lì... nessuno né a Bicocca né a Niguarda lo aveva mai visto prima, segno che di lì non è. Quando glielo si fa notare si arrabbia e si arrampica cercando di dire che comunque è della zona.
E' sempre vestito di scuro, sempre con il cappellino arancione, sempre con lo zainetto sulle spalle e sempre con il cartello sopra la testa e le urla da esaltato.
Oggi a Niguarda, le persone incontrate ci hanno detto in massa di votare per il sì e alcuni vecchietti si sono messi addirittura a farci da scorta e a rispondere a questo ragazzo per cercare di mandarlo via.
Io non credo che un simile soggetto raccolga molto consenso ma non credo neanche che una persona intelligente possa mettersi a girare per il mercato urlando cose false o prive di senso e incollarsi al seguito di chi cerca di fare un normale volantinaggio e chiacchierare un po' con le persone.
Non so se questo ragazzo si diverte a girare per i mercati a fare figuracce, insultare e disturbare, non sono neanche tanto convinta che lo faccia gratis, rimango comunque basita di fronte a tanta imbecillità e penso che ci sono modi migliori per impiegare il proprio tempo (a maggior ragione se si è disoccupati, come questo tizio dice di essere).

mercoledì 9 novembre 2016

Leopolda 7

A questa edizione della Leopolda sono finalmente riuscita ad andare anch’io. Ci sono andata per curiosità, per vedere chi c’è e che si dice lì dentro, quanto c’è del PD e quanto c’è di altro.
L’impressione complessiva è di essere dentro ad un grande show: bello e studiato in ogni suo particolare.
Un format che si è evoluto molto, mi spiegavano persone che sono state presenti fin dagli esordi, per dare vita ad un appuntamento che è cresciuto in partecipazione e in prospettive nel corso del tempo ma che ha anche visto cambiare il ruolo dei propri protagonisti: oggi Renzi non è più un coraggioso esordiente della politica che vuole rovesciare le poltrone agli inamovibili ma è il Presidente del Consiglio e così molti altri suoi amici e compagni di avventura.
Molto positivo e propositivo il clima: sorridenti i presenti, contenti di essere lì; non le facce serie da convegno politico ma i volti allegri di chi partecipa ad un evento festoso.
Dal palco si sono alternati novità (come il medico di Lampedusa Piero Bartolo e l’attore Alessandro Preziosi) e habitué (Farinetti, Nesi), qualche ritorno (Giorgio Gori e Matteo Richetti) e soprattutto molti “nessuno”, in prevalenza giovani e poi rappresentanti dei vari mondi (imprese, mamme, studenti, amministratori locali).
Tutti hanno portato se stessi e le proprie esperienze ponendosi al pubblico come esempio positivo, ciascuno per il proprio ambito e, poi, ovviamente, tutti gli interventi erano volti anche a esplicitare le ragioni del sì alla Riforma Costituzionale, applicandola ciascuno al proprio contesto (molto apprezzata l’appassionata Teresa Bellanova, dal sindacato al Ministero dello Sviluppo Economico, che ovviamente ha parlato delle battaglie portate avanti dal Governo e dei risultati ottenuti in termini di lavoro).
Alla Riforma Costituzionale è stato dedicato anche l’intero pomeriggio del sabato, in cui Boschi e Richetti si sono calati nelle vesti di presentatori e, con l’aiuto di costituzionalisti, hanno smontato le “bufale” che diffondono i sostenitori del No. Sembrava di assistere ad un spettacolo televisivo, con politici perfettamente a loro agio nei panni di intrattenitori.
Nella mattinata, invece, si erano fatti i tavoli di lavoro con esperti e politici, diventati un po’ un must della Leopolda dopo il successo avuto in una passata edizione.
La giornata conclusiva della domenica è stata decisamente presa d’assalto: tutti gli spazi dell’ampia ex stazione erano superaffollati di giornalisti, politici, fans e curiosi ed è stata un continuo di crescendo di interventi a ritmo sostenuto fino all’arrivo del momento di Renzi (preceduto da un black out causato dal temporale).
Non è semplicissimo cogliere tutto in quanto gli spazi della Leopolda sono davvero molto grandi e non tutti sempre accessibili (per ragioni di sicurezza, dato che si era in presenza di Ministri) ma comunque sempre affollati e anche districarsi tra la folla per spostarsi da un punto all’altro dei saloni poteva essere complicato.
Complessivamente si è trattato di un grande evento, con tanto di gadget da poter acquistare, non necessariamente legato al PD ma fortemente legato a Renzi.
Per questo, sbaglia chi si indigna per cori o altro contro esponenti del “partito” perché la Leopolda non è l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, tanto che di politici, pur essendo presenti in massa, hanno parlato in pochissimi dal palco (e il miglior intervento è stato quello di Debora Serracchiani, in conclusione della giornata del sabato) e chi vi partecipa non necessariamente è parte anche del PD o magari ci è entrato da quando c’è Renzi e cercando dentro ciò che trova alla Leopolda. I due contenitori si mischiano a volte ma non sono la stessa cosa.
In generale, al di là delle polemiche uscite sui quotidiani, all’interno si respirava un clima positivo e c’erano persone propositive, con molta voglia di impegnarsi e di mettersi in gioco.

martedì 1 novembre 2016

Le estetiste cinesi

Le estetiste cinesi sono meravigliose.
Lo hanno capito in tante perché tante sono le donne (giovani e non) che vanno a farsi fare la manicure o altri trattamenti estetici dalle cinesi.
Non è il costo a fare la differenza con le estetiste italiane, anzi, su alcune cose costano di più le cinesi.
E' che le cinesi sono proprio brave!
Non sono improvvisate, non sono parrucchiere prestate alle cerette o alle manicure, non sono svogliate che si sono dovute inventare un lavoro: sono proprio artiste delle manicure e di altri trattamenti, per i quali utilizzano strumenti professionali appositi (in alcuni casi anche più igienici come le cerette con ricambi usa e getta) e i capolavori che compongono sulle unghie delle clienti con smalti e pennellini sono bellissimi.
E poi le estetiste cinesi sono aperte in orari in cui chi esce dagli uffici e finisce di lavorare trova il tempo di andarci.
Ovviamente, auspico che le cinesi possano avere dei giorni di riposo, come tutti i lavoratori. Però, in generale, sono dell'idea che viviamo in una società in cui i ritmi sono cambiati e occorre trovare la formula migliore per garantire a tutti ciò che serve e apprezzo negozianti e professionisti che sono aperti quando altri escono dagli uffici, magari sperando che poi possano restare chiusi in altri momenti.
Ricapitolando, quindi, non è vero che si va dalle cinesi perché costano poco: ci si va perché sono brave e perché sono aperte in orari in cui gli altri sono chiusi.