sabato 28 aprile 2012

Incontro Milano-Lombardia

Domenica mattina, alla Casa di Alex, abbiamo discusso di "Milano-Lombardia: Il nuovo corso politico del Comune; un ciclo politico che si chiude in Regione". Insieme a Franco Mirabelli (Consigliere Regionale PD della Lombardia - testo del suo intervento pdf), Marco Granelli (Assessore a Sicurezza e Coesione Sociale Comune di Milano), Mattia Stanzani (Presidente della Commissione Bilancio del Comune di Milano), Andrea Bina (Capogruppo PD in Consiglio di Zona 9) abbiamo cercato di fare un bilancio delle scelte della nuova giunta che guida la Città e di far luce su quanto sta avvenendo in Regione, dove il sistema di potere instaurato da Formigoni sembra non reggere più.


 

giovedì 26 aprile 2012

Lezione di Giuliano Amato all'Università Cattolica

Qualche tempo fa Giuliano Amato è stato all’Università Cattolica di Milano per tenere una lezione agli studenti sull’Unione Europea e la sua Costituzione. Amato ha iniziato il suo discorso raccontando la storia della nascita dell’Unione, ricordando che nei primi decenni di vita, la CEE si è sviluppata lungo un unico filone che era improntato a farne quasi una federazione europea. “I padri fondatori dell’Unione Europea volevano ridurre la sovranità degli Stati nazionali per privarli delle unghie con cui si erano fatti la guerra l’un l’altro” – ha segnalato Amato – “Avevano già l’idea di fare un’Europa federale con un parlamento eletto direttamente dai cittadini, ma all’inizio quel modello non riuscì a passare e si è cominciato con un semplice allargamento della Comunità Economica, rinunciando momentaneamente alla comunità politica, pur cercando di far rientrare quel progetto lì dentro. In pratica, si è avviato un percorso”. Di fatto, con questo, si è innescato un processo di crescita dell’interesse europeo e di scambi pacifici tra gli Stati che ha funzionato. Con il tempo, ha proseguito Amato, sono anche nati i diritti dei cittadini europei che gli Stati membri non possono violare ed è cresciuto il fronte costituzionale.
“Si è arrivati davvero ad eleggere un Parlamento europeo, superando le delegazioni dei parlamentari nazionali e questa è stata una conquista importante perché l’Europa è la prima organizzazione internazionale che ha un Parlamento direttamente eletto. Di fatto, questo, si poi tradotto in una codecisione legislativa tra Parlamento Europeo e Consiglio”, ha affermato Amato, segnalando che “Il Presidente della Commissione Europea, pur essendo eletto dagli Stati membri, deve poi ricevere il voto di fiducia dal Parlamento”.
Con il Trattato di Maastricht si è arrivati alla moneta unica e quindi – secondo Amato - siamo giunti in prossimità dello Stato europeo: “Il Trattato di Maastricht, da questo punto di vista, rappresenta il punto più alto del processo di integrazione europea, però, è stato anche il momento dell’avvio di una politica di coordinamento tra gli Stati, i quali si sono avvalsi dell’Europa per coordinare le proprie politiche nazionali”, ha detto Amato. Questo è stato positivo solo in parte, secondo Amato, in quanto, quando si aprono dei negoziati, le soluzioni a cui possono dare luogo sono molteplici. “Per lo più, è successo che gli Stati inadempienti chiedevano deroghe sapendo che ne avrebbero concesse altrettante in futuro”, ha ricordato Giuliano Amato, segnalando che “Per reggere la moneta unica, invece, serve un’area economica più equilibrata. Con la situazione europea, se crolla uno Stato rischia di trascinarsi dietro tutti gli altri perché mancano gli strumenti per intervenire. La realtà è che nessuno voleva creare una vera integrazione e si è preferito convincersi che i singoli Stati non sarebbero mai crollati perché il coordinamento della politiche economiche sarebbe stato sufficiente per impedirlo”.
Inizialmente, questo gioco ha funzionato perché i mercati hanno guardato alla zona euro nel suo insieme, ma con l’arrivo della crisi, hanno cominciato ad osservare i singoli Paesi per trovare chi ripagava il debito e chi no.
Adesso, per Amato, tutti gli strumenti che vengono adottati sono una necessità, perché si capisce che l’euro è a rischio, ma di fatto non vi è alcuna volontà reale di adottare quegli strumenti.
“Qualcuno (la Germania) è felice perché adesso chi non pagava comincia a pagare il suo debito e le sue colpe (il termine debito in tedesco si traduce anche in colpa). Il risultato è che la Germania si è messa contro la Grecia ma anche contro l’Italia e gli Stati del Sud e questo mina il processo di integrazione perché manca la fiducia reciproca”, ha affermato Amato.
Un altro aspetto trattato da Amato è quello del duplice livello di legislazione: “Gli europei hanno bisogno di sentirsi rappresentati sia in quanto europei che in quanto appartenenti ai singoli Stati: ci sono diversi aspetti della nostra vita per cui ci sentiamo meglio tutelati dalla legislazione nazionale che non da quella europea e il problema è emerso chiaramente anche quando si è accennato all’ipotesi di stilare un codice civile europeo. Siamo dentro ad un sistema complesso, in cui alcune cose le abbiamo affidate alla legislazione europea e altre sono rimaste alla legislazione nazionale”, ha affermato il professore.
Di fatto, per Amato, “l’Unione Europea è un’ermafrodita” e “Siamo destinati a vivere in questa condizione ibrida non si sa per quanto tempo ma il punto è capire se in questo modo funziona tutto o meno”.
Fino ad oggi, secondo il professore, l’Unione Europea non è sufficientemente democratica e non funziona: il Consiglio Europeo è diventato il luogo in cui si tracciano le priorità politiche per l’UE (il Trattato di Lisbona ratifica questo), ma il Consiglio Europeo è fatto da ministri che rispondono ai loro Stati nazionali.
“La Merkel – ha affermato Amato - ha ideato il fiscal compact per agire senza avere l’interferenza del Parlamento” e questo significa che “C’è una forte ambiguità del livello esecutivo europeo, in quanto sono in due a fare le leggi: Consiglio e Commissione”.
Un altro problema, secondo il professore, è quello dell’efficienza.
“Occorrono politiche per la crescita ma se gli Stati nazionali possono solo ridurre le spese, da dove devono arrivare le risorse da investire?”, ha domandato Amato.
“Siamo in un sistema ibrido e l’ibridazione colpisce situazioni che altrimenti potrebbero funzionare meglio”, ha sottolineato Amato.
In merito alla politica fiscale, poi, il professore ha detto che “Italia e Spagna hanno approvato il fiscal compact non perché fossero d’accordo ma perché ritenevano che fosse un modo per permettere alla Germania di recuperare la fiducia nei confronti dei Paesi del Sud. Siamo tutti intorno alla Merkel a cantare disciplina”.
Per Amato, “L’Europa era stata madre e ha portato dei benefici. Ora l’Europa viene associata alla Merkel ed entrambe vengono viste come matrigna, soprattutto in Grecia”. “Serve riprendere il percorso che deve portare ad una maggiore integrazione, non ci sono alternative: l’unica alternativa è il disfacimento”, ha concluso il professore.