giovedì 26 aprile 2018

Il ruolo e l'attività della Magistratura in Italia

Tante persone hanno partecipato, oggi pomeriggio, all’incontro organizzato da Radio Popolare con il Procuratore della Repubblica di Torino Armando Spataro alla Casa della Memoria di Milano, sul tema della Costituzione italiana come garanzia di democrazia nella lotta ai poteri criminali e al terrorismo.
L’intervento di Spataro è stato incentrato sul ruolo e sui poteri della Magistratura nell’Ordinamento italiano. Spataro, infatti, ha ricordato com’era la Magistratura nel periodo fascista (attenta alla sensibilità politica) e come è prevista dalla nostra attuale Costituzione (separata dagli altri poteri e con giudici assunti solamente attraverso i concorsi), mostrando più volte anche le differenze tra il nostro sistema rispetto al modello statunitense (molto più legato alla politica).
Spataro si è poi soffermato sulla nascita del lavoro sull’antiterrorismo e sul modo di operare dei magistrati negli “anni di piombo”. Grazie a questa grande attività della Magistratura e della polizia giudiziaria, secondo Spataro, si è riusciti a sconfiggere il terrorismo interno e negli “anni di piombo” è nato anche l’impegno civile dei magistrati, in contrasto con chi sosteneva la tesi “né con lo Stato né con le BR”.
Di quegli anni Spataro ha contestato alcune delle tesi complottiste rispetto ad alcuni “Misteri” italiani, ricordando che la Magistratura è sempre obbligata a indagare. In particolare, Spataro ha rivendicato la serietà dell’azione della Magistratura sul caso Moro e ha contestato quanto discusso dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla morte dell’esponente democristiano e le tesi contenute nella relazione conclusiva di Gero Grassi, in quanto, secondo il Procuratore non ci sarebbe alcun mistero e ciò su cui si doveva indagare è stato fatto.
Spataro ha poi ricordato che in quegli anni è cominciato anche il lavoro della Magistratura contro le mafie, con i primi magistrati antimafia che partecipavano alle riunioni dei magistrati antiterrorismo per studiare strumenti di lotta efficaci.
Il lungo intervento di Spataro, intervallato di aneddoti sulla attività che ha svolto personalmente sul campo, si è poi concluso parlando dei giorni nostri e della lotta al terrorismo internazionale.
Tra le tematiche affrontate, Spataro ha evidenziato come i terroristi colgano prima degli altri la modernità, ad esempio reclutando nuovi seguaci sul web e non più in luoghi sperduti e nascosti.
Il Procuratore ha mostrato molti dubbi sugli strumenti europei di contrasto al terrorismo, sottolineando innanzitutto una scarsa collaborazione tra gli Stati, alcuni dei quali non avendo neanche mai avuto un terrorismo interno sottovalutano la portata del fenomeno, e poi sul problema della privacy e della tracciabilità dei dati personali, spesso fatta su ampio raggio ma poi non vagliata e, quindi, non utile a trovare i soggetti pericolosi.
Rispondendo ad una domanda relativa all’attualità politica in relazione all’esito del Referendum Costituzionale, per cui Spataro è stato un sostenitore del “No”, il Procuratore ha affermato che «Il problema della governabilità è legato alla crisi della politica non agli assetti istituzionali o alla legge elettorale. La Costituzione italiana, difendiamola».

mercoledì 18 aprile 2018

Le mafie nel territorio dell'Abbiatense

Oggi ad Abbiategrasso è stato presentato il risultato di una indagine sulla percezione delle mafie da parte dei cittadini, realizzata dalla Carovana Antimafia dell'Ovest Milano in collaborazione con Acli e Zyme.
La presentazione è stata tenuta da Piero Sebri e Andrea Cattaneo della Carovana Antimafia dell'Ovest Milano e ha visto anche la partecipazione di Tiziana Losa (Presidente di Confcommercio Abbiategrasso).
Sebri e Cattaneo hanno spiegato che l'indagine si è svolta mediante la raccolta di questionari in 3 presidi nei luoghi di maggior passaggio dei cittadini ad Abbiategrasso.
All'iniziativa hanno risposto maggiormente i giovani.
Cattaneo ha spiegato che, dalla maggioranza delle risposte pervenute, è emerso che ai cittadini disturbano maggiormente i reati predatori (spesso legati alla microcriminalità) e le richieste sono per un maggior intervento delle istituzioni sul fronte della legalità, un maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e, soprattutto la certezza delle pene per i colpevoli. Tuttavia, viene anche segnalata la necessità di costruire un forte tessuto sociale per fare da deterrente alla criminalità.
Secondo i dati raccolti, il 46% degli intervistati sostiene che ad Abbiategrasso ci sia la mafia e il 17,9% ha il sentore che ci siano richieste di pizzo e usura.
Cattaneo ha spiegato che dalle risposte pervenute si capisce che i cittadini sono informati su cosa sia la mafia; hanno anche consapevolezza del fatto che si tratta di un’organizzazione ad essere presente sul territorio e non singoli criminali e anche che i mafiosi controllano il territorio e che metodi usano per farlo.
Cattaneo ha sottolineato poi l'atteggiamento ambivalente da parte dei cittadini verso le istituzioni: da una parte, infatti, i cittadini chiedono alle istituzioni di intervenire ma, allo stesso tempo, ritengono che lì ci possa essere il punto di contatto con la criminalità organizzata.
Sebri, nel corso del suo intervento, ha spiegato che la ‘ndrangheta ha colonizzato tutta la zona dell’abbiatense-magentino: i criminali sono insediati nei territori, li abitano ma soprattutto svolgono qui le loro attività malavitose e ne reinvestono qui i proventi.
Sebri ha poi fatto un lungo elenco di famiglie malavitose presenti e attive nei territori dell’abbiatense-magentino e, in particolare, ha citato i Comuni di Casorate Primo, Bubbiano, Zelo Surrigone, Motta Visconti, Calvignasco, Gudo Visconti, Cisliano, Bareggio, Abbiategrasso, Lonate Pozzolo.
L'accusa lanciata da Sebri alla politica è di scarsa attenzione verso i fenomeni mafiosi: "Per molti sindaci e amministratori locali di qualsiasi colore - ha detto Sebri - la mafia non esiste, non vogliono sentirne parlare perché nominarla rovina il nome del loro Comune e anche in campagna elettorale nessuno ha nominato la mafia perché evidentemente facevano comodo i voti dei mafiosi" mentre, invece, " non va bene fare l’antimafia del giorno dopo: la mafia va denunciata prima, non bisogna aspettare le inchieste; ognuno si deve assumere le proprie responsabilità da cittadino e da amministratore".
Tiziana Losa ha portato il punto di vista della Confcommercio di Abbiategrasso e ha segnalato come dai Comuni citati da Sebri per presenze mafiose gli esercenti non abbiano fatto giungere all'associazione di categoria alcuna segnalazione, neanche su pizzo e usura ma questo non significa che la mafia non ci sia: probabilmente ha trovato altre formule per agire, come ad esempio l'infiltrarsi nell’economia legale oppure l'imporre merci.
Il monito lasciato da Losa è che in questi territori "bisogna fare grande attenzione alla grande distribuzione e in particolare ai nuovi centri commerciali che sorgono".

sabato 14 aprile 2018

Tra Cinisello e il Giornalismo

Oggi pomeriggio a Cinisello Balsamo è stato organizzato un dibattito a Villa Ghirlanda in occasione dell'inaugurazione della mostra dedicata ai 40 anni del giornale cinisellese La Città, a cui il pubblico ha partecipato numeroso e attento.
L'incontro è stato un'occasione per ripercorrere momenti della vita di Cinisello, le sue origini, la sua conformazione territoriale e sociale, con Sindaci e Direttori del giornale e per riflettere sul ruolo del giornalismo nella formazione dell'opinione pubblica.