martedì 20 dicembre 2011

Incontro con gli assessori

Ieri sera in Zona 9 a Milano si è tenuto un incontro con gli asserrori Lucia Castellano (Casa e Lavori Pubblici), Daniela Benelli (Decentramento) e Marco Granelli (Sicurezza) per parlare di riqualificazione dell'edilizia pubblica della zona. Il problema è molto sentito nel quartiere, dove sono tantissime le case popolari, troppo spesso lasciate in una condizione disastrosa ed è importante che i rappresentanti delle istitutozioni si mostrino presenti e propongano soluzioni ai problemi che da tempo vi sono.
Nel corso dell'incontro, Lucia Castellano ha presentato il progetto per la costruzione di un primo laboratorio di Zona che dovrà servire da punto di incontro tra le diverse realtà che operano nei quartieri (associazioni, cooperative, parrocchie, istituzioni) e cittadini; un modo per mettere insieme esperienze e provare a costruire insieme qualcosa di utile per far fronte alle tante problematiche che sono presenti sul territorio.
Daniela Benelli ha segnalato che di questi laboratori ne verranno avviati 7 per il primo anno e che dovranno operare in rete tra loro; ricordando che, ad oggi, uno dei principali problemi è quello delle risorse, in quanto occorre creare una voce apposita nel bilancio comunale (già non proprio positivo).
Marco Granelli, invece, ha fatto sapere che arriveranno i vigili di quartiere e che saranno messi anche a disposizione di questo progetto, in quanto è  stato dimostrato che è utile investire nella mediazione dei conflitti; così come occorrerà promuovere tutto il lavoro svolto dal mondo dell'associazionismo (nella Zona, qualcosa di simile è stato realizzato con il lavoro delle cooperative).
La parola è stata poi lasciata ai cittadini, rappresentanti delle associazioni, dei sindacati degli inquilini delle case popolari e inquilini stessi, con l'inivito ad essere propositivi nelle soluzioni per affrontare i problemi, in quanto l'ottica del Comune non vuole essere quella di imporre qualcosa ma di accogliere le esperienze e le richieste maturate dal basso.
Al di là delle problematiche specifiche degli alloggi popolari e di chi ci vive, che devono essere assolutamente affrontate perché in certi casi ci si trova di fronte a condizioni di degrado e anche di pericolo insostenibile; ci sono sicuramente delle novità importanti emerse in questo incontro: intanto - come alcuni degli intervenuti hanno sottolineato - l'incontro stesso con gli assessori è stata una novità (in Zona, da quando c'è la giunta Pisapia, gli assessori sono arrivati spesso per incontrare i cittadini e dialogare in assemblee pubbliche, anche di recente, ma negli anni passati, dei precedenti governi non si è mai fatto vedere nessuno) e poi il tipo di approccio utilizzato in cui, per la prima volta, i rappresentanti delle istituzioni - pur avendo presentato dei progetti - hanno espresso chiaramente la volontà di voler accogliere le proposte dei cittadini (dove ci sono) e istaurare una collaborazione. Certo per ora si tratta solo di parole, ma dalle giunte del centrodestra non erano mai arrivate neanche parole simili. Il cambiamento di Milano inizia anche da qui, ovviamente, si spera che poi dalle parole si passi ai fatti (soprattutto per gli inquilini delle case popolari).

lunedì 19 dicembre 2011

Il partito degli smemorati


È ricomparso ieri il più importante dei ministri del governo Berlusconi, Giulio Tremonti. Intervistato su Rai Tre da Lucia Annunziata, ha criticato la manovra del governo Monti: «Troppe tasse, pochi tagli alla spesa pubblica e niente per la crescita», ha detto in sintesi. È probabile che, sentendolo, molti suoi colleghi di partito (o forse «ex» colleghi, visto che Tremonti ha cominciato la trasmissione dicendo che ormai «lavora in proprio», e l’ha finita non smentendo un suo passaggio alla Lega) si siano stropicciati gli occhi, credendo di sognare. Sono quei molti esponenti del Pdl che in questi anni hanno accusato proprio Tremonti di essere il «signor no» che ha bloccato ogni iniziativa volta alle liberalizzazioni, alla crescita, al taglio delle tasse. È vero che in questo Paese si dimentica tutto in fretta: ma ci vorrebbe un clamoroso deficit di fosforo per scordare che proprio all’interno del Pdl Tremonti è stato contestato da tutta un’ala (Brunetta, Crosetto e molti altri, per non dire di Martino che ormai da molto tempo è fuori dai giochi) che l’ha accusato di essere un ministro più statalista che liberista. E non è un mistero che lo stesso Berlusconi abbia più volte considerato Tremonti un ostacolo alla linea che avrebbe voluto seguire. Sempre facendo un piccolo sforzo di memoria, ci si ricorderebbe che nella manovra proposta in agosto da Tremonti era addirittura previsto un aumento dell’Irpef chiamato «contributo di solidarietà», nome un po’ beffardo perché di solito si solidarizza con i terremotati e con gli alluvionati, non con il debito pubblico. Furono due quotidiani di centrodestra come «il Giornale» e «Libero» a fare una campagna contro quell’aumento delle tasse, che alla fine fu ritirato dal governo. Ma d’altra parte proprio lo stesso Tremonti ieri da Lucia Annunziata ha ricordato quanta ostilità abbia ricevuto, all’interno del Pdl, per le sue scelte considerate «poco coraggiose», tutte rivolte al contenimento dei conti e non allo sviluppo. «Dopo le sconfitte elettorali di maggio - ha detto - ci sono stati interventi estemporanei nella nostra coalizione da parte di personaggi che volevano più coraggio, non comprendendo che interventi di quel tipo si sarebbero potuti fare solo in Paesi senza debito pubblico». Più avanti ha aggiunto che la maggioranza è andata in crisi proprio perché «da maggio in poi è emersa una classe politica che non voleva seguire il rigore». E dunque come può Tremonti oggi criticare una manovra che è certo criticabile, ma che va in gran parte nella direzione di quelle che ha fatto lui, e che è perfino stata scritta da molti uomini che erano con lui al ministero dell’Economia? Ieri Tremonti, poi, ha detto pure che uno dei gravi problemi dell’economia italiana è la mancanza di libertà, visto che «un imprenditore non può neanche tirare su un muretto». Giustissimo: però da chi è stata governata, l’economia italiana e non solo l’economia, negli ultimi dieci anni? Ma sarebbe sbagliato accusare di incoerenza solo Tremonti. Il suo è un atteggiamento molto diffuso. Lo stiamo vedendo in queste quattro settimane di governo Monti: da Berlusconi che dà del disperato al nuovo premier alla Gelmini che si lamenta per la manovra e per le tasse; dai deputati del Pdl che disertano l’Aula perché hanno il mal di pancia alla Lega che urla contro Roma e contro la crisi. Tutte cose comprensibili e a volte condivisibili. Ma a tutti costoro viene spontaneo rivolgere la stessa domanda di prima: scusate, non c’eravate voi, al governo, fino a un mese fa? E non ci siete stati per otto anni negli ultimi dieci? La smemoratezza di questi giorni è in realtà un qualcosa di già visto, un vizio che colpisce tutti, destra e sinistra e in fondo ognuno di noi, che appena passiamo da un ruolo di governo (di qualsiasi genere) a un ruolo di opposizione (di qualsiasi genere) ci dimentichiamo quanto sia difficile fare e quanto sia facile criticare.
 

venerdì 2 dicembre 2011

La crisi in Lombardia

Questa estate restavo impressionata dal vedere che ogni giorno c'era una manifestazione sotto al Parlamento (ci sono stati tutti: disabili, terremotati, artisti, lavoratori licenziati, studenti, popolo viola, associazioni di volontariato e cooperazione... ogni giorno c'era qualcuno). Da qualche mese, nel Tg Regionale della Lombardia si vede che sotto i palazzi della Regione accade la stessa cosa: ogni giorno ci sono gruppi di persone che manifestano e sono prevalentemente lavoratori delle aziende delle provincie lombarde che chiudono e licenziano o mettono in mobilità il personale senza troppi preavvisi e senza garanzie per il futuro...

[per quelli che "la crisi è un fatto psicologico", "la crisi è alle nostre spalle" e "i ristoranti sono pieni" e per quelli che promettevano di occuparsi degli interessi della "Padania"]