mercoledì 6 giugno 2012

La vacanza del capogruppo Pd in Regione

In Lombardia oggi è una giornata importante, l’attenzione dei media è tutta sul Consiglio Regionale dove si discute la mozione di sfiducia al Presidente della Regione Formigoni.
Una mozione che, nonostante le quasi nulle possibilità di passare, ha assunto una grande rilevanza.
Una mozione che ha come primo firmatario Luca Gaffuri, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale e per la quale tutto il Pd si era speso molto.
Peccato che proprio oggi Luca Gaffuri sia andato in vacanza.
Chiariamo subito che la presenza o l’assenza di Gaffuri in aula non cambia di una virgola la discussione della mozione di sfiducia a Formigoni e l’esito della votazione (la maggioranza di Pdl e Lega è ben ancorata alle proprie poltrone e non ha la minima intenzione di mollarle, anche perché è ben consapevole del fatto che, lasciandole, difficilmente riuscirebbe ad accaparrarsene altre).
Tuttavia, il problema dell’opportunità politica di una vacanza in una giornata come questa e delle conseguenze di immagine per il Pd tutto - e non solo per Gaffuri - si pone.
In molti interventi degli esponenti della maggioranza che siede in Consiglio Regionale, infatti, si è enfatizzato proprio questo aspetto e lo stesso hanno fatto anche i potenziali alleati del Pd (Sel e Idv) sui social network, lasciando intendere ironicamente che tutto sommato il Pd non è poi tanto diverso dalle forze politiche che dice di voler mandare “a casa” (si leggano le “simpatiche” allusioni di Giulio Cavalli al Pd commentando gli interventi di Marcora dell’Udc e di Pozzi del Pdl e la canzone dei 99 Posse rilanciata da alcuni).
Stessa enfasi messa sull’assenza di Gaffuri anche dal Tg Regionale e da altri media locali che rimbalzano le agenzie con i discorsi tenuti in aula.
Ufficialmente Gaffuri risulta assente per motivi familiari (come lui stesso ha fatto poi sapere tramite agenzie di stampa). Per chi è intervenuto in aula, invece, il capogruppo Pd è semplicemente in vacanza in Grecia.
Poco importa che questa assenza sia stata annunciata da tempo e giustificata; non sono stati molto svegli nemmeno quei consiglieri Pd che, nel tentativo di difendere il capogruppo, hanno scritto su twitter che lui le vacanze se le paga da solo e non le fa a spese di altri: il punto è che Gaffuri oggi doveva essere in Consiglio Regionale perché lì è il suo posto, perché è il capogruppo Pd, perché oggi si discute di qualcosa di importante.
Con il clima di astio e di antipolitica che c’è questo periodo, ma come fa un capogruppo a farsi venire in mente di prenotarsi le vacanze proprio in una giornata del genere? Oltretutto, come se i cittadini non sapessero che la Regione Lombardia, come tutte le istituzioni politiche, ha delle lunghe pause estive e non c’è bisogno di andare in vacanza proprio adesso.
Difficile stabilire poi se la verità dell’assenza di Gaffuri siano i motivi familiari (anche privati, che comprensibilmente non è che tutti abbiano sempre voglia di dare in pasto ai giornali per placare gli animi di un’opinione pubblica che ormai dà in escandescenza per ogni minima cosa) o le vacanze, come furbescamente hanno sostenuto gli esponenti degli altri partiti (di fatto avvallati dai consiglieri Pd che hanno affermato che almeno le vacanze il capogruppo se le paga da solo). Il problema è che sui media, nella prima parte della giornata, tutta l’attenzione si è concentrata su questo e non sugli interventi importanti tenuti in aula da Maurizio Martina (che è anche segretario regionale del Pd) e da altri consiglieri del Pd che entravano nel merito delle questioni politiche per cui si è chiesto di votare la sfiducia a Formigoni. Non è solo una questione che alcune cose fanno più notizia di altre o che alcuni media sono più vicini al centrodestra ma è che proprio si è scivolati su una buccia di banana prevedibilissima.
Gli elettori del Pd e quelli che non votano Pd ma che potenzialmente potrebbero farlo si aspettano di meglio di un partito che ha un capogruppo che, nel giorno cruciale, decide di andare in vacanza.
Sono queste le cose che fanno incattivire le persone, già profondamente irritate verso “i politici” identificati come “casta” e verso i “partiti”.
Pazienza se le cose fondamentali sono altre, se non è una vacanza nel giorno sbagliato a cambiare le azioni politiche di mesi, perché quella vacanza ha comunicato un messaggio sbagliatissimo e potente ai cittadini in un momento in cui, invece, il Pd dovrebbe dare il massimo per raccogliere consenso attorno a sé e cominciare a costruire un’alternativa credibile per presentarsi alle elezioni in Regione e in Italia.
I nostri elettori si aspettano di meglio, si aspettano di più, anche dal punto di vista dell’immagine. Quello che comunicano gli esponenti politici con i loro comportamenti personali, spesso, conta di più di molte altre azioni istituzionali.
Il risultato di questa “genialata” di Gaffuri non la paga Gaffuri ma rischia di scontarla tutto il Partito Democratico.