martedì 31 maggio 2011

Giuliano ha liberato Milano

Una festa bellissima e arancione, ieri, ha riempito le strade e le piazze di Milano, dal pomeriggio fino alla notte. Appena si è cominciato a capire che Giuliano Pisapia avrebbe vinto, le persone hanno cominciato a uscire.
Girando per le strade, anche nelle periferie, era facile incontrare auto con bandiere delle pace o arancioni che sventolavano fuori dai finestrini. Direzione centro, per tutti quanti: teatro dell’Elfo in Corso Buenos Aires per la conferenza stampa del nuovo sindaco e poi tutti in piazza del Duomo per la festa.
Piazza Duomo era caldissima, assolata, con un piccolo palco montato e accanto uno schermo che trasmetteva le immagini dello speciale di La7 e poi la postazione di Radio Popolare con l’audio diffuso che raccontava ai presenti cosa stava accadendo per le strade milanesi.
È stata una festa bellissima, cercata, voluta, aspettata. Qualcuno ha detto che c’era un clima da “25 aprile”, da “Festa della Liberazione” ed era vero, come sottolineavano gli slogan “Giuliano libera Milano” cantati dalle persone accorse per festeggiare il nuovo sindaco: era liberazione della città dopo vent’anni di governo della destra, ma non solo perché anche gli altri comuni e le altre provincie delle Lombardia si erano liberate e poi l’Italia intera. Il vento di Pisapia che dal primo turno elettorale aveva fatto tremare il centrodestra si era diffuso sulla penisola e, inevitabilmente, aveva contagiato e travolto tutti.
E tutti volevano essere presenti alla festa di Milano: in piazza del Duomo c’erano cartelloni di persone provenienti dalla Val Sesia, da Rho (dove pure ha vinto un sindaco di centrosinistra) da Como… Erano tanti i ragazzi che, in uscita dal lavoro, fermavano qualcuno vestito di arancione per chiedere se era tutto vero e se era definitivo e che a quel punto, anziché dirigersi in stazione per prendere il loro treno, sceglievano di proseguire per piazza del Duomo per essere partecipi della festa della liberazione di Milano e attendere insieme ai milanesi il nuovo sindaco Giuliano Pisapia. Tutti sapevano, infatti, che il vero epicentro della scossa che stava travolgendo Berlusconi e il centrodestra era Milano e a Milano volevano fare la festa.
Una festa colorata con bandiere, palloncini, cartelloni (“Sucate è qui”, stava scritto a su un cartello a bordo palco), bottiglie di spumante (tante già dal pomeriggio) e musica, slogan cantati e urlati (più volte la piazza ha acclamato “Gigi D’Alessio”, in segno di ironia verso tutto quello è accaduto con la buca del suo concerto per Letizia Moratti) e balli e trenini improvvisati.
Sul palco, nel pomeriggio, ad animare la festa c’erano Paolo Limonta (l’omone dello staff di Pisapia), Claudio Bisio, Lella Costa e sono intervenuti per un saluto un felice Stefano Boeri (che si è fermato a cantare “Tutta mia la città”), Susanna Camusso, Gino Strada e poi Nichi Vendola (che forse, preso dall’euforia, si è lasciato andare a qualche parola di troppo). Il tutto è stato ripreso da giornalisti e fotografi e anche da Diego Bianchi (Zoro), a lato del palco con la sua telecamerina.
Del Partito Democratico si è intravisto il segretario metropolitano Roberto Cornelli tra la folla a bordo palco, i ragazzi dell’organizzazione sulla balconata dell’edificio dietro al palco (che hanno riempito di bandiere arancioni) e poi Filippo, biondino appena ventenne dell’organizzazione che lanciava magliette dal palco e che festeggiava il compleanno, a cui la piazza intera ha cantato “tanti auguri”.
Solo a metà serata è intervenuto sul palco Piero Fassino, neo-eletto sindaco a Torino, venuto anche lui a festeggiare insieme ai milanesi. Peccato che molti milanesi non siano riusciti né a vederlo né ad ascoltarlo perché il palco improvvisato, così come il megaschermo erano troppo bassi e la piazza era stracolma di persone (si parlava di 200.000), accalcate ovunque, e gli altoparlanti riuscivano a farsi sentire solo fino a metà della piazza.
Gli altri dirigenti locali e nazionali del Partito Democratico (che pure da qualche parte erano presenti) non li ha visti nessuno ed è un peccato perché se Pisapia ha vinto è soprattutto grazie ai tantissimi voti presi dal Pd (che al primo turno aveva raggiunto il 28% dei consensi e ora ha conquistato ben 20 posti in Consiglio Comunale), ai gazebo messi in piedi dai suoi iscritti (attorno ai quali c’era sempre un gran via vai di gente) e anche gli ultimi eventi di piazza erano stati ben supportati dall’organizzazione del partito (sempre dietro e mai visibile). Spiace sapere che il Pd lavora dietro per poi regalare la scena ad altri partiti (che pure ci hanno messo l’anima per ottenere questo risultato ma che non si può non notare che nelle urne non abbiano raccolto un granché, sebbene i giornali continuino a scrivere che abbia vinto la sinistra).
Ai cittadini in piazza di queste dinamiche interne importava ben poco, probabilmente nessuno ci ha fatto caso, perché tutti erano lì per festeggiare il sindaco Giuliano Pisapia e non per gli altri, però all’interno questi svarioni comunicativi contano e spiace vedere che si finisce per inciampare sempre in banalità che potrebbero essere benissimo evitate (soprattutto perché la vittoria di Milano era ampiamente attesa da due settimane da tutto il Partito Democratico, sia locale che nazionale).
In piazza, ieri sera, sono arrivati davvero tutti: famiglie con bambini, ragazzi in bicicletta, coppie di anziani, tantissimi giovani… C’era una folla sterminata sulla piazza del Duomo che, dopo gli interventi degli esponenti della cultura e dello spettacolo, si è trasformata in una sorta di discoteca a cielo aperto, in cui tutti ballavano (anziani compresi) e, alla fine, sono arrivati anche i fuochi d’artificio.
Una festa stupenda ha accolto il nuovo sindaco Giuliano Pisapia e una nuova Milano, finalmente liberata.

Milano festeggia Pisapia - 30/mag/2011