sabato 7 maggio 2011

Follia ferrarese nella presentazione di Daccapo a Milano

Lo sciopero non ha fermato i milanesi che sono arrivati in tanti, ieri, alla Fnac per la presentazione di “Daccapo” il nuovo romanzo di Dario Franceschini, edito dalla Bompiani che, per l’occasione era presente al completo, a partire da Elisabetta Sgarbi. Tra il pubblico, molto variegato per provenienza ed età, c’era anche Anna Paola Concia del Pd.
A parlare del romanzo, oltre a Franceschini, c’erano Daria Bignardi e Roberto Vecchioni a cui si è aggiunto qualche commento di Daria Colombo (moglie di Vecchioni e che ha da poco pubblicato il romanzo “Meglio Dirselo”).
Splendido il racconto di “Daccapo” che ha fatto Roberto Vecchioni, appassionato e appassionante, in cui ha saputo intrecciare la vicenda del romanzo e i suoi personaggi con la vita reale. Vecchioni ha fatto notare come la vita grigia e spenta del protagonista assomigli alle vite di tutti noi, sempre ingabbiati nella realtà monotona di tutti i giorni e nei gesti convenzionali di cui ci accompagnamo.
Tante anche le citazioni musicali e cinematografiche messe in risalto per dar vita all’umanità di cui si popola il libro di Franceschini. Inevitabile che il discorso sia poi finito sulle prostitute, citate nel romanzo e su cui i giornali negli ultimi giorni hanno scritto tanto con riferimenti alle vicende della cronaca, da cui l’autore ha cercato di prendere con forza le distanze, rivendicando invece De André come fonte di ispirazione.
Daria Bignardi, invece, ha più volte e vanamente cercato di collegare autore e personaggi e di estorcere a Franceschini analogie tra il mondo raccontato e i suoi pensieri. Franceschini, forse spiazzato da certe allusioni, ha chiarito subito che, anche se è vero che ciascuno tende a lasciare frammenti di sé o dei suoi pensieri in ciò che scrive, non significa che debba essere tutto riferito a lui, ma anzi ha precisato che, per il suo modo di scrivere, sono i personaggi a impossessarsi della storia e a decidere come portarla avanti, perché quando inizia a scrivere non ha un disegno preciso in mente. Una forma di scrittura questa che Daria Bignardi ha definito psicanalitica.
Dario Franceschini ha poi raccontato come alcuni episodi divertenti che si possono leggere tra le pagine del libro siano, in realtà, dei frammenti di vita vera della città di Ferrara. Una Ferrara magica, o comunque molto strana, quella che è emersa, caratterizzata da personaggi singolari, a volte dai tratti buffi. Tutte qualità riassumibili, secondo Franceschini, nella definizione di “follia” ferrarese.
A chiudere la presentazione una lettura tratta dal romanzo e la consueta fila di pubblico per salutare l’autore.