sabato 5 febbraio 2011

Pubblico da concerto rock per Libertà e Giustizia

Un appuntamento imperdibile quello di oggi pomeriggio al PalaSharp di Milano con Libertà e Giustizia. Un appuntamento nato da un’associazione che è sempre stata considerata un po’ d’élite (perché al suo interno vi sono illustri personalità) che, nel giro di pochi giorni, si è trasformato in un evento di massa, carico di attese e di personaggi importanti del mondo della cultura, dell’informazione, della politica e della società civile.
Non è una novità che gli eventi di Libertà e Giustizia riscuotano successo, lo si era visto in anni passati con le importanti giornate dedicate alla Costituzione, ma un conto è riempire un teatro e un altro conto è riempire un palasport da 10.000 posti e avere ancora gente che attende di entrare fuori dai cancelli.
Dopo tante giornate di freddo, oggi c’era un sole caldissimo a splendere su Milano e non pesava l’attesa dell’apertura dei cancelli tra i chiostri dei panini, i volontari di partiti e associazioni che distribuivano volantini (quelli per i diritti dei lavoratori, quelli delle firme per le dimissioni di Berlusconi, quelli per la manifestazione ad Arcore di domani, quelli per la manifestazione delle donne) e giornalisti a caccia di interviste.
In fila c’era gente arrivata da ogni parte d’Italia: persone arrivate all’alba con gli aerei dal Sud, ragazze di Arezzo arrivate in treno, delle signore di Bologna, una ragazza bulgara da anni residente a Milano e poi sono arrivati i pullman da Ravenna, Torino e altre città.
I posti all’interno sono stati esauriti in fretta e la composizione del pubblico (in prevalenza femminile) era stranamente molto eterogenea: c’erano giovani, famiglie con bambini, persone anziane… un pubblico ben più variegato di quello che solitamente si vede nelle platee degli eventi centrosinistra, segno che questa volta il vaso è davvero colmo e le persone hanno sentito il bisogno di partecipare.
Un’ovazione è scattata spontanea poco prima dell’inizio della manifestazione, quando un’esponente di Libertà e Giustizia ha preso il microfono per una comunicazione di servizio: voleva avvisare la signora che aveva perso la borsa che era stata ritrovata e che la tenevano gli addetti della sicurezza a bordo palco. «In questo Paese dove sembra dominare l’illegalità, suscita meraviglia il fatto che una borsa non venga rubata ma trovata e riconsegnata alla proprietaria», ha commentato una signora anziana con sua nipote.
Tanti anche i cartelloni portati, con scritte ironiche su Berlusconi ma anche altri messaggi come “Saviano vieni via con me”, firmato da tre ragazze.
Proprio Roberto Saviano è stato accolto con un tifo da stadio: pubblico in piedi, applausi, urla (soprattutto dalle ragazze che hanno mostrato di apprezzarlo molto e non solo per le sue doti intellettuali).
Roberto Saviano, al di là del bellissimo discorso, ha detto due cose personali che facevano riflettere sulla sua condizione. Saviano ha affermato di avere trent’anni e, salutando il pubblico, si è anche detto emozionato perché davanti a così tanta gente tutta insieme non c’era mai stato.
Saviano è salito sul palco accompagnato da due uomini della scorta e un terzo è rimasto sotto a controllare. Gli uomini della scorta sono rimasti dietro a Saviano sempre, anche mentre parlava. Quando Saviano ha finito il suo discorso, uno dei due uomini si è avvicinato, probabilmente per riportarlo via, ma lui ha fatto capire di volere restare e si è seduto accanto a Eco e agli altri di Libertà e Giustizia. I due uomini della scorta hanno assunto un’aria perplessa, poi si sono messi nuovamente dietro allo scrittore, accanto alla parete del palco. Saviano è rimasto presente per due interventi, poi il terzo uomo della scorta si è avvicinato e gli ha detto che doveva andare via. Lui ha fatto segno “uno” con il dito indice, ma la scorta ha detto di no e se n’è andato via, tra gli applausi e l’acclamazione del PalaSharp.
A osservare questa scena c’era da restare impressionati: che vita fa un ragazzo che ha trent’anni non può stare in mezzo alla gente? Non può andare a un concerto dentro a un palazzetto e non può nemmeno fermarsi ad un evento a cui è stato invitato e dove la maggior parte del pubblico è lì per ascoltare lui. E probabilmente non può fare molte altre cose, anche più banali.
Capita a volte di non condividere o di non gradire il fatto che ogni cosa che dice Saviano venga presa come se fosse fonte assoluta di saggezza e verità; capita di non apprezzare il fenomeno che trasforma tutto in “mito”; capita di sentire la frase «Saviano ha fatto i soldi». Tutto legittimo da pensare, solo che quando si vede una scena del genere, si capisce che tutti questi pensieri spariscono o comunque hanno poca importanza perché - al di là di come la si pensi sui contenuti degli scritti di Saviano, sulle sue opinioni e sugli eventuali soldi - che vita è quella che è costretto a fare questo ragazzo di trent’anni?
I discorsi volavano alto all’interno del palazzetto oltre che con Saviano, anche con persone come Zagrebelsky, Eco, De Gregorio, Camusso, Lerner, Ovadia, Pollini, Scalfaro (in video) e Ginsborg (al telefono), Bice e Carla Biagi
Grandi applausi suscitati un po’ da tutti, con il pubblico che ogni tanto si soffermava su qualche passaggio e si ripeteva le frasi più importanti come a volerle sottolineare e imprimersele nella memoria.
Qualche perplessità l’ha suscitato il video della scrittrice che è intervenuta a parlare del corpo delle donne: una denuncia importante la sua contro la società mercificatoria e maschilista che riduce le donne a corpi, presentata quotidianamente dai media. Il suo discorso non faceva una piega, ma il video-denuncia di introduzione (realizzato con un collage di spezzoni televisivi in cui le donne apparivano prevalentemente mezze nude) era forse troppo lungo e alla fine, anche gli uomini in sala hanno urlato «basta» di fronte all’ennesimo sedere scoperto.
Un boato di delusione c’è stato quando Sandra Bonsanti ha annunciato che Landini non sarebbe arrivato perché colpito dall’influenza. Ed è strano per una platea come quella di Libertà e Giustizia avere così tanta simpatia per un rappresentante della Fiom: segno il pubblico è arrivato da ben più parti che dai semplici canali dell’associazione e di Repubblica (che tanto ha supportato l’evento).
Il Partito Democratico era presente al gran completo, dai responsabili cittadini Cornelli, Laforgia e Majorino ai militanti fino ai parlamentari (De Biasi, Bachelet e Franceschini): nessuno di loro aveva simboli di partito, come avevano chiesto gli organizzatori. Non è andata allo stesso modo per Sinistra Ecologia e Libertà, altrettanto presente ma altamente riconoscibile con i suoi rappresentanti con i cartelli appiccicati alla schiena con il simbolo del partito ben in evidenza (e non è la prima volta che succede una cosa del genere a manifestazioni della società civile).
Sul palco, in chiusura di giornata, è salito a parlare anche Giuliano Pisapia, candidato a sindaco di Milano per il centrosinistra.
Dai discorsi di chi è intervenuto sul palco, in prevalenza sono arrivati anche appelli all’unità delle forze politiche perché liberino l’Italia da Berlusconi e dal malcostume che rappresenta. Qualche connotazione un po’ più forte nei toni è stata usata da Moni Ovadia, applauditissimo. In molti, invece, si sono domandati come fare per fare arrivare i messaggi che si dicevano lì dentro anche all’esterno e a chi la pensa diversamente.
Una lunga e bella giornata quella di oggi organizzata da Libertà e Giustizia, densa di contenuti importanti, di belle parole, di appelli a far sentire la propria voce per chiedere rispetto, diritti e soprattutto per ribadire che il Paese è diverso e migliore di quella minoranza che lo sporca.

Mi sono commossa ad ascoltare Saviano e non lo avrei mai immaginato. Così come non avrei mai immaginato di vedere un tifo da stadio per lui e quella presenza così evidente della scorta.
Bellissimi anche i discorsi di Scalfaro, Susanna Camusso e Concita De Gregorio.