venerdì 11 febbraio 2011

AreaDem Milano torna in campo

Lunedì sera a Milano si è tenuta un’appassionante riunione di Area Dem con la partecipazione di Antonello Giacomelli.
Sostanzialmente c’è stata una grande convergenza di vedute tra tutti gli intervenuti, che hanno evidenziato il ruolo importante svolto dalla componente di Area Dem a livello nazionale dentro al Partito Democratico, rivendicando i risultati ottenuti nell’arco di questi ultimi mesi, ma che hanno anche richiesto di non lasciare che siano altri a portare avanti tematiche di innovazione o delicate in cui è necessario un consistente lavoro di sintesi tra le posizioni.
Tanti gli argomenti di discussione, comunque, oltre al ruolo di Area Dem a livello nazionale e locale, anche il clima che si respira nel Paese in queste settimane, le manifestazioni organizzate dalla società civile, il Partito Democratico e le sue ultime riunioni nazionali.
Ad aprire la serata è stato il coordinatore regionale di Area Dem Lombardia, Franco Mirabelli, il quale ha segnalato i risultati positivi riscontrati sia alla Direzione Nazionale che all’Assemblea Nazionale, da cui il Pd è uscito più unito, lasciandosi alle spalle la lunga fase di incertezza e di divisione che aveva caratterizzato i mesi precedenti e che aveva alimentato l’idea che ciò che non va nel Paese non fosse solo colpa di Berlusconi ma anche dell’opposizione.
Berlusconi sta facendo pagare all’Italia i danni che crea l’assenza del governo e – ha ricordato Mirabelli – Bersani, nel suo discorso in Assemblea, ha fatto un richiamo forte alle classi dirigenti del Paese affinché non rimangano più in silenzio di fronte ai danni provocati dal governo.
Mirabelli ha ricordato anche che Bersani ha presentato un’agenda per lo sviluppo, un programma in cui il Pd ha messo in campo delle proposte.
In merito al clima che si respira nel Paese, Mirabelli ha registrato che qualcosa sta cambiando e lo dimostrano le tante manifestazioni organizzate a cui i cittadini partecipano e la raccolta di firme lanciata dal Pd per chiedere le dimissioni di Berlusconi, che sta andando molto bene.
Il Pd, in questo scenario, si pone come una forza che può raccogliere intorno a sé le altre opposizioni, anche perché i rischi che sta correndo la democrazia italiana sono sempre più evidenti. Mirabelli quindi ha sottolineato il ruolo importante svolto da Area Dem in questo contesto, segnalando che molte cose espresse in Direzione e in Assemblea dalla componente che fa capo alla maggioranza sono le stesse che aveva detto Franceschini a Cortona in precedenza.
Oltretutto, ad oggi, la maggioranza congressuale non c’è più, all’interno di quel gruppo si sono create divisioni e personalismi (lo stesso Bersani ha una sua corrente: “Per l’Italia, per Bersani”). Ad un certo punto si è quasi avuta l’impressione che Area Dem fosse stata cooptata dalla maggioranza e si fosse appiattita su quelle posizioni, ma questo non deve essere, anzi, Mirabelli ha precisato che proprio in un simile momento è ancora più necessaria Area Dem perché ha al suo interno rappresentanti di tutte le culture che hanno dato vita al Pd e, fino ad ora, è stata l’unica componente in grado di fare sintesi tra esse.
Area Dem, dunque, deve continuare a stare in campo e portare il suo contributo all’interno del Partito Democratico.
A Milano, secondo Mirabelli, un risultato importante ottenuto è stato quello di non avere liste civiche a sostegno del sindaco ma di presentare tutti i nostri candidati nella lista del Pd. Un altro importante lavoro da svolgere è quello che riguarda la collocazione di Pisapia: alla sua corsa per la poltrona di sindaco occorre dare un profilo riformista, moderno, innovatore e su questo si può giocare il ruolo di Area Dem, anche attraverso iniziative che guardino non solo dentro al Pd ma anche fuori, cercando di allargare il consenso. Quello di Area Dem, insomma, è anche un ruolo importante di ponte tra il partito e la società civile.
La riunione è proseguita con interventi dei vari esponenti milanesi e nazionali, da cui è emerso un sostanziale riconoscimento del grande lavoro fatto da Area Dem dentro al Pd.
Le conclusioni della riunione sono state affidate ad Antonello Giacomelli, il quale ha ripreso un po’ tutti i punti toccati nel corso della serata e ha lasciato qualche spunto per condurre la campagna elettorale a Milano.
In merito alle manifestazioni di piazza, Giacomelli ha precisato come in realtà, nel Paese, l’indignazione è meno forte di quanto la si potrebbe ritenere adeguata: il premier ferisce la dignità del proprio ruolo, del proprio Paese e lo getta nel ridicolo, ma non si è determinata una rivolta profonda rispetto a tutte queste vicende.
Il Pd, secondo Giacomelli, deve far partire nel Paese una nuova fase, ricreare un’etica, ridare senso alle parole e impedire colpi di coda violenti perché la fase che stiamo attraversando è pericolosa e inquietante.
Giacomelli ha denunciato, infatti, come il potere sia stato lasciato solo nelle mani di Berlusconi: i suoi alleati non hanno voluto fare un’altra coalizione di centrodestra senza di lui e anche nel contesto internazionale le cose non vanno bene perché ci sono stati troppi rapporti con persone sbagliate.
Giacomelli ha segnalato come Berlusconi ha saputo unire la destra ad una parte della Dc e quel blocco che ha creato, oggi, diffida della nostra parte politica.
In merito all’emergenza democratica, Giacomelli ha evidenziato che non si tratta di una cosa astratta: è sufficiente considerare il problema dei mezzi di informazione che sono tutti piegati a Berlusconi e non presentano più critiche in grado di suscitare analisi o indirizzi nell’opinione pubblica.
Sul ruolo giocato da Area Dem in questi mesi, Giacomelli ha affermato che è costato caro, con inimicizie, assemblee infuocate, accuse di tradimento, ma poi i MoDem sono tornati indietro sulle loro posizioni e, oggi, sostanzialmente, sostengono le stesse tesi di Area Dem e della maggioranza del partito.
Certamente Area Dem ha pagato un prezzo alto in visibilità ma, secondo Giacomelli, se si fosse seguita la linea voluta dai MoDem (in particolare su una maggiore opposizione interna) si sarebbe fatta la fine del Partito Democratico.
Giacomelli ha sottolineato poi che Area Dem è l’unica componente che ha scommesso sulla mescolanza nel Pd e che ha al suo interno tutte le culture che hanno dato vita al Partito Democratico, per questo deve tornare a giocare un ruolo centrale.
Sui temi del lavoro, Giacomelli ha ricordato che Area Dem la sintesi l’ha fatta nell’ultimo appuntamento di Cortona, in cui si è anche parlato dei diritti e adesso sarà necessario avviare una riflessione anche su quanto sta accadendo nel Nord Africa.
Altro punto su cui far leva è la Lega è un elemento di rottura e occorre evidenziarne le contraddizioni, tra cui il federalismo che usa come bandiera ma è una cosa fittizia e pericolosa.
In merito alla questione cattolica e al rapporto con il mondo cattolico, Giacomelli ha ricordato che non può essere un tema personale ma deve assumerselo il Pd. La questione riguarda anche i diritti civili così come l’art. 41 della Costituzione che il governo vorrebbe modificare. Giacomelli, infatti, ha ricordato che questo articolo parla della funzione sociale delle imprese e il fatto che Berlusconi voglia modificarlo mette in luce la sua chiusura, il suo tendere a proteggere tutto dentro a un recinto invece di condividere le opportunità.
Giacomelli ha segnalato anche che questo tema può essere molto “milanese” in quanto la città è la patria di Montini e in questa funzione sociale delle imprese si iscrivono anche i diritti delle persone (a Cortona, ad ottobre, si era detto che i diritti appartengono alle persone e non al tipo di contratto).
Sul tema dei diritti, Giacomelli ha evidenziato anche che è un errore mandare a parlare a nome del Pd persone di rottura o che rappresentano solo una parte perché diventa un danno fatto a loro e a tutto il partito.
Stando sui temi di attualità partitica, Giacomelli ha espresso con forza l’importanza dell’elezione di Piero Fassino a sindaco di Torino perché il Pd ha bisogno di un sindaco che incarni le posizioni del partito e trascini su questo anche gli altri.
Sulla questione elettorale, Giacomelli ha segnalato che forse non è poi vero che il Pd perde voti al centro, in quanto il partito di Casini viaggia su percentuali stabili da quando è nato, mentre il Pd sembra perdere nelle ali più estreme a vantaggio di Vendola e Di Pietro.
A Milano, per le elezioni comunali, anche secondo Giacomelli è corretto mettere in primo piano un’azione riformatrice e riformista del Pd accanto alla candidatura di Pisapia e rendere Area Dem più visibile sul territorio.