martedì 23 novembre 2010

Milano, l'università e Bonanni

Mi piace rimettere il naso nelle università, quando ne ho l'occasione: si incontrano sempre tanti ragazzi, tanta vita, tanti sogni e tante idee per il presente e per il domani. Oggi, all'università cattolica ho visto appesi manifesti di Forza Nuova e ascoltato ragazze discutere di come rilanciare un'iniziativa sionista, ho visto una mostra d'arte di grande valore e un'aula che sembrava la stanza delle feste di un castello (cose che in statale non abbiamo mai né avuto né immaginato che in università esistessero), poi ho sentito sindacalisti parlare come industriali. All'ingresso un ragazzo mi ha messo in mano l'invito per un locale dove si balla: era dai tempi delle scuole superiori che non venivo fermata da un pr delle discoteche e, anche allora, non è che mi fermassero tanto (era bruttina)... Forse mi farebbe bene andare a ballare.
Quando sono uscita dal convegno la città era già buia ma avevo voglia di camminare e ho deciso di arrivare a piedi fino alla metropolitana del Duomo. L'università cattolica è accanto alla Basilica di Sant'Ambrogio e altre affascinanti edifici medievali: è una zona che conosco poco e in quelle vie tortuse, per quanto rimesse a nuovo, finsco sempre per perdermi. Percorrendo la via Carducci, in direzione del centro, ho visto palazzi bellissimi di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza: così belli da non sembrare nemmeno di essere a Milano... Questa mia Milano che tante volte ho maledetto in questi anni e che continuerò a maledire per l'eternità perché nella vita le oppotunità non sono mai pari, neanche se vivi a Milano.
Mentre camminavo mi sono sfrecciate accanto l'auto blu di Raffaele Bonanni e quella della polizia con la sua scorta, a sirene spiegate: avrei voluto fermarli e chiedere al Segretario Cisl dov'è che riceve tutti quegli attestati di stima per il suo lavoro sindacale che ha citato al convegno come "fatti dai cittadini che mi fermano per strada" se gira circondato da agenti (ce n'erano tantissimi in università al suo seguito, dentro e fuori dalla sala in cui parlava) e blindato sulle auto blu?! Ma si sa, è un personaggio con un ruolo difficile e di contestazioni pericolose ne ha già ricevute.
Dopo un bel po' di strada a piedi, con gli occhi sulle vetrine dei negozi, sono arrivata in piazza del Duomo e anche lì c'era pieno di auto blu, con tanto di autisti sopra. Normalmente mi sarei fermata per chiedere che evento si stava svolgendo, ma oggi non mi interessava, ho girato lo sguardo sul grande albero di Natale che stavano innalzando e che da giorni riempie le pagine della cronaca milanese dei quotidiani per la polemica tra chi ci deve mettere la firma (il Duomo, il Comune, la gioielleria Tiffany, le associazioni...) e poi sono scesa in metropolitana per tornare a casa.