domenica 31 ottobre 2010

Maschilismo istituzionale

Della vicenda di Ruby e Berlusconi sono tanti i punti che farebbero rabbrividire se fossimo un Paese normale.
In un Paese normale, non credo sia così accettabile che un Presidente del Consiglio, un capo del Governo, si possa permettere la libertà di rivendicare il diritto ad andare con le prostitute, per di più minorenni. In Italia si può fare.
In Italia, e probabilmente anche altrove, la maggior parte degli uomini di potere (politico, economico, industriale) va a prostitute perché lo ritiene uno status symbol oltre che per “divertimento” (parola da usare nell’accezione puramente maschile).
Solo che altrove, se si scopre che un rappresentante delle istituzioni va a prostitute, per di più minorenni, se gli va bene fa scoppiare uno scandalo, ma di solito arriva a dimettersi.
In Italia è normale che i politici vadano a prostitute (le chiamano “escort” perché “fa più figo”) e, se si scopre, pretendono pure di archiviare il tutto come vicenda privata, incuranti di tutte le leggi che hanno cercato di emanare per arginare il fenomeno della prostituzione, delle sanzioni ai clienti e di tutti gli anatemi che lanciano dal pulpito dei comizi durante le campagne elettorali quando si tocca un tema del genere.
In un Paese normale non credo sia accettabile che nelle residenze del capo del Governo si svolgano feste e festini a luci rosse o quasi. In Italia, invece, è diventato normale che ciò accada.
Berlusconi si definisce «eletto dal “popolo”» e quindi rappresentante di esso. Chissà se il “popolo” è contento di avere un simile rappresentante istituzionale? Magari quello dei suoi elettori, sì (eppure dovrebbero capire che l’unica vera libertà fino ad ora invocata da Berlusconi è la sua - attraverso lodi, leggi ad personam, bugie varie - e non quella del suo “popolo” che pure vorrebbe esser liberato da tanti ingombri e magari vorrebbe anche essere invitato a quegli allegri festini con donnine tanto disponibili).
Tuttavia, Berlusconi dovrebbe ricordarsi che, da Presidente del Consiglio, rappresenta anche quegli italiani che non lo hanno votato e che, magari, da un uomo delle istituzioni si aspettano qualcosa di diverso che “donne, viagra e lap dance”.
Ma tutto questo avrebbe senso se l’Italia fosse un Paese normale, invece è semplicemente l’Italia.
E allora è inutile sforzarsi di capire a che punto di bassezza istituzionale e non solo siamo arrivati, però c’è una frase, in quest’ultima assurda vicenda, che mi ha colpita particolarmente ed è una dichiarazione in cui Berlusconi si giustifica grossolanamente per l’accaduto: «Amo la vita e le donne. Faccio una vita terribile, ho orari disumani. Io sono una persona giocosa, se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva come terapia mentale per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, nessuno alla mia età mi farà cambiare stile di vita del quale vado orgoglioso».
Personalmente, trovo che questa frase sia ancora più grave di tutto il quadro in cui si inscrive la vicenda di Ruby.
Con questa frase, Berlusconi ha lasciato emergere tutto il peggio del pensiero maschile e maschilista secondo cui le donne sono da considerarsi come oggetti per “serate distensive”.
Pensiero questo che, purtroppo, è ancora nella mente di tanti uomini ma che è tanto più grave se è detto con tanta nonchalance dal Presidente del Consiglio, rappresentante istituzionale di donne e di uomini.
Che garanzia è per le donne un rappresentante istituzionale che pensa di loro una simile cosa?
Personalmente, rabbrividisco.