mercoledì 30 maggio 2012

Prove di dialogo nel centrosinistra milanese

Frammenti di un discorso amoroso. Note per una nuova politica”, era questo il titolo di un incontro organizzato alla Fonderia Napoleonica dal circolo La Fabbrichetta lo scorso 29 maggio. [qui il video dell'incontro]
Il titolo – come ha spiegato nella sua introduzione Pier Vito Antoniazzi, nella veste del “padrone di casa” – era una citazione di un saggio del semiologo francese Roland Barthes e che, come era scritto nella lettera di invito all’incontro, stava ad indicare come «dal voto di maggio è emerso un panorama di frammenti politici disconnessi. Solo a fatica si scorgono punti di possibile coesione e ricomposizione. Identità disperse ma vive, parziali ma preziose. Le troviamo nell’originale esperienza arancione milanese, nelle amministrazioni civiche del profondo Nord bianco-verde, nel ritrovato protagonismo delle donne, nelle proposte di un Partito Democratico che, pur dibattendosi tra limiti e profonde contraddizioni, è spazio aperto per una nuova politica. Le troviamo anche in un forte spirito antipartitico».
Scopo della serata, dunque, era quello di provare ad avviare un dialogo tra le diverse forze che oggi si collocano nel panorama del centrosinistra e che gravitano attorno al Partito Democratico, anche per sondare la possibilità di avviare un progetto condiviso, nelle forme e nella sostanza.
Proprio sulle forme, sul ruolo dei partiti - e in particolare del Pd - ha ruotato gran parte della discussione, condotta dal consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul e a cui hanno partecipato Franco D'Alfonso (assessore del Comune di Milano e coordinatore della Lista Milano Civica per Pisapia), Giorgio Del Zanna della Comunità di Sant’Egidio, Marina Terragni (giornalista e che recentemente ha pubblicato un libro sulla questione femminile), Giorgio Gori (imprenditore e ideologo di Matteo Renzi), Lorenzo Guerini (sindaco di Lodi) e i consiglieri regionali del Pd Franco Mirabelli e Arianna Cavicchioli.
A dispetto del titolo, tuttavia, più che di un “discorso amoroso” si è trattato di un confronto tra persone portatrici di opinioni diverse, con particolari criticità espresse da esponenti dei movimenti che sembrava quasi volessero sopraffare il Partito Democratico più che dialogarci.
Marina Terragni, nei suoi accesi interventi, ha contestato al Partito Democratico una chiusura soprattutto verso i giovani e le donne e un’inamovibilità della sua classe dirigente per puri egoismi personali. Critiche queste a cui ha replicato Franco Mirabelli (video del suo intervento), che ha sottolineato come, oggi, la volontà che prevale all’interno del Partito Democratico sia quella di aprirsi e che, comunque, «nel nostro Paese la maggior parte dei partiti si è costruita intorno ad un leader, mentre il Pd è nato sulla partecipazione, ha fatto scegliere il suo segretario agli elettori con le Primarie». Resta che – ha spiegato Mirabelli - dagli esiti delle amministrative risulta che il Partito Democratico ha ancora una forte credibilità e il punto è che per superare la crisi che della politica e della democrazia che stiamo vivendo in questa fase e che rischia di mettere in discussione le istituzioni, «la politica ha bisogno di ricominciare a parlare del futuro, di un progetto per dare al Paese una speranza».
Sulla questione femminile, Mirabelli ha poi ricordato che il Pd è stato il primo partito a porre il problema della rappresentanza di genere e a costruire liste in cui vige la regola dell’alternanza uomo-donna.
Anche Arianna Cavicchioli - che ha rivendicato la sua attività politica perché animata dalla passione - ha affermato che dal voto delle amministrative, vinte in molte realtà, gli elettori hanno espresso una preferenza per il Pd individuandolo come “rinnovamento”.
Su un altro piano si è mosso, invece, Giorgio Del Zanna, il quale ha affermato di credere molto nella politica e che Sant’Egidio è un interlocutore della politica. Per Del Zanna la crisi di oggi è soprattutto una crisi culturale. «Abbiamo subito una deriva culturale forte senza neanche rendercene conto. È stata indebolita l’idea di uguaglianza: siamo passati dalla difesa dei poveri alla difesa dai poveri!», ha affermato il responsabile della Comunità di Sant’Egidio, segnalando che oggi c’è anche un problema di rapporto tra generazioni, in quanto in un Paese che invecchia come il nostro «non c’è tanto il problema di lasciare spazio ai giovani, quanto il fatto che serve assolutamente un’alleanza tra giovani e anziani e non è una questione sociale ma è il futuro del nostro Paese che si gioca su questo».
Lorenzo Guerini ha portato, invece, l’esempio della sua esperienza di sindaco a Lodi e di come la sua vittoria sia stata possibile grazie alle liste civiche, anche supportate con grande generosità da parte del Pd. Per Guerini, tuttavia, il rinnovamento è comunque un fattore necessario e, da sindaco, ha sottolineato la necessità che «l’innovazione parta dal concreto, dalle risposte che si danno ai problemi dei cittadini». Rinnovamento che, comunque, è necessario anche nelle «facce» perché, ha affermato Guerini «non è possibile avere ancora la classe dirigente del governo Prodi del 1996: è necessario porre un limite ai mandati».
Discorso analogo fatto anche da Giorgio Gori, il quale ha ribadito che «le idee vanno insieme alle facce: non è possibile far credere di essere nuovi se le facce sono sempre le stesse» ed è necessario far confrontare delle persone che sono portatrici di idee differenti e poi affidare la leadership al vincitore, riaprendo così la questione delle Primarie, anche per il candidato premier del Pd.
Molto più tranchant è stato, invece, l’intervento di Franco D’Alfonso, il quale ha affermato seccamente che «alla gente del rinnovamento dei partiti non interessa nulla», perché i partiti sono già inutili mentre «esiste un movimento a sinistra che ha in sé dei valori e degli ideali e avrebbe bisogno di qualcuno che lo interpreti».
A replicare a D’Alfonso sono stati i consiglieri regionali del Pd Franco Mirabelli (video del suo intervento), il quale ha puntualizzato che «C’è bisogno di una grande alleanza politica e civica anche per vincere in Regione Lombardia, ma la proposta di cambiamento non la si fa contro il Pd o oltre il Pd: deve essere fatta insieme al Pd. Occorre ragionare su un progetto in modo aperto, costruendolo insieme, ma il Pd fa il Pd», e Arianna Cavicchioli, la quale - concludendo la serata - ha ribadito che «Dobbiamo comunque camminare insieme è quindi è meglio se cerchiamo di riconoscerci invece che di sopraffarci. Essere guardinghi l’uno verso l’altro non ci aiuta».