giovedì 31 maggio 2012

A volte è necessario fermarsi

Sul web si legge di tutto in merito alle richieste di annullamento della parata militare per la Festa della Repubblica del 2 giugno. Richiesta legittima ma che spesso tracima nell'insulto e nell'inconsistenza delle accuse mosse a chi insiste per farla la parata. In particolare, si continua a leggere di annullare la parata per risparmiare soldi e devolverli alle popolazioni delle zone colpite dal sisma per agevolare la ricostruzione. Intento nobile ma errato, per il semplice fatto che la parata del 2 giugno, come tutti i grandi eventi, richiede una certa organizzazione e quindi il tutto è già stato progettato da tempo e i soldi sono già stati spesi o, quanto meno, impegnati. Quindi, anche ad annullarla, in realtà, non si avrebbe alcun risparmio e non ci sarebbe proprio nulla o quasi a destinare agli aiuti alle zone terremotate. Abbastanza inutile anche la "sobrietà" invocata da Napolitano per celebrare la ricorrenza: è chiaro che nella situazione in cui ci troviamo a nessuno interessa vedere una parata militare, con tutto il rispetto per le forze che vi sono impegnate.
Personalmente sarei favorevole all'annullamento della parata: la ricorrenza del 2 giugno può essere celebrata senza bisogno di parate e senza festeggiamenti dato che - tra crisi e terremoto - in Italia non c'è proprio nulla da festeggiare in questo momento. Ma questa non è una questione organizzativa-economica, perché appunto non ci sono soldi risparmiabili orami a due giorni dall'evento, ma è una questione di rispetto. 
Non si tratta nemmeno di offrire il braccio a sterile polemiche antimilitariste, oltretutto fuori luogo in un momento in cui le priorità dovrebbero essere altre che non le liti politiche. Non si tratta di chiedere l'annullamento della parata perché non si vogliono vedere le forze dell'ordine, l'esercito e le loro armi. Si tratta di ragionare sul senso di quella manifestazione. Una parata è in qualche modo una dimostrazione di forza, di orgoglio, si potenza e di tutta una serie di qualità che in giornate come queste sono lontane dai pensieri degli italiani ed è giusto che sia così.
A volte è necessario fermarsi. Non possiamo continuare ad andare avanti sempre e comunque e lasciare che tutto passi sopra alle nostre menti distratte come se niente fosse e non ci riguardasse.  Occorre più sensibilità verso la tragedia enorme che ha colpito una parte del nostro Paese, che ha travolto la vita di molte persone che oggi non hanno più una casa o una fabbrica dove lavorare, che si trovano di fronte lo scenario di interi comuni andati letteralmente in pezzi e che non sanno cosa sarà del loro domani. Fermarsi è giusto ma non è una scelta economica o anitimilitare, è una scelta di rispetto e di sensibilità.
Nessuno chiede di rinunciare a celebrare la giornata della Festa della Repubblica ma la celebrazione può anche essere trasformata in un momento di riflessione collettiva, senza bisogno di parate per dimostrare alcun che. Il Presidente Napolitano, da sempre attento e sollecito nell'intervenire nel dibattito pubblico e nel saper parlare agli italiani, saprà sicuramente quali siano le parole adatte per un simile momento e non c'è alcun bisogno che vengano accompagnate da sfilate militari (le forze dell'esercito possono anche essere presenti senza preestarsi a passerelle in una situazione del genere).
Non ha senso fare una parata celebrativa il 2 giugno e fermarsi a riflettere il 4: i morti, le fabbriche crollate, i  paesi distrutti c'erano già ieri. Non rimandiamo il momento di riflettere, fermiamoci anche adesso, per rispetto, non per polemica.