domenica 21 giugno 2015

Expo e dopo-Expo: non solo sito espositivo ma contenuti e politiche

I detrattori di Expo avrebbero dovuto partecipare all’incontro che si è svolto alla Festa PD di Cinisello Balsamo con il Ministro Maurizio Martina, Stefano Boeri, il Segretario del PD lombardo Alessandro Alfieri e tanti altri esponenti della politica locale e nazionale per comprendere almeno un po’ di cosa sia effettivamente la manifestazione che sta ospitando Milano in questi mesi.
Il vero oggetto del dibattito era il dopo-Expo, tuttavia, come ha ben fatto comprendere proprio il Ministro Martina, non è pensabile discutere in modo serio di questo senza comprendere cosa sia l’evento in corso e di quali contenuti sia portatore.
«In Expo i contenuti ci sono, basta vederli», ha esordito il Ministro Martina, spiegando come ogni giorno ci siano delegazioni che partono dal sito di Expo per andare a visitare i vari distretti produttivi dei nostri territori e vedere come vengono realizzate le varie produzioni alimentari e come vengono effettuati i controlli per un cibo sano e sicuro nel nostro Paese.
«Serve andare oltre il “mi piace/non mi piace” a livello architettonico o logistico» ha insistito Martina, segnalando che «C’è già un’eredità positiva di flusso che Expo sta generando in Italia e che sta già dando i suoi frutti», in quanto tutti i giorni ci sono incontri per imprese italiane ed estere e confronti su tecnologie produttive e temi legati all’alimentazione e alla ricerca.
Citando la cronaca della giornata, il Ministro ha poi raccontato che il Presidente francese Hollande in visita ad Expo ha chiesto di legare la manifestazione a Cop21, l’appuntamento in cui si parlerà dei cambiamenti climatici che si svolgerà a Parigi a fine anno e, con il Ministro dell’Agricoltura francese Stéphane Le Foll hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede agli Stati che stanno lavorando al dossier di Cop21 di insistere su azioni e misure per la riduzione dei gas serra e delle buone pratiche di sostenibilità ambientale in agricoltura.
Venendo alle polemiche legate al futuro delle aree che oggi ospitano il sito espositivo di Expo, Martina ha segnalato che al momento il Governo non può esercitare alcuna leva, in quanto non è socio della società che le gestisce, pur avendo messo molti soldi per la realizzazione dell’evento e, comunque, farà sentire la sua voce. Martina ha anche polemizzato con il Presidente della Lombardia, senza mai citarlo per nome ma dicendo chiaramente che «Sbaglia chi pensa di risolvere la partita del post-Expo liquidando il Governo solo perché non è socio della società che gestisce il sito. Non si può discutere solo di come se la giocano quelli che hanno le quote delle società presenti. Il livello della discussione da fare è molto più alto e servirà un’interazione tra pubblico e privato del tutto nuova perché non è più pensabile di risolvere tutto seguendo le vie di qualche immobiliare come, in un primo momento, qualcuno ha anche pensato di fare».
A chi, come Daniela Gasparini (oggi parlamentare PD e precedentemente Sindaco di Cinisello Balsamo), ha chiesto che la gestione del dopo-Expo venga affidata alla nuova Città Metropolitana, il Ministro Martina ha confermato che «il post-Expo deve essere la prima vera partita da giocare della Città Metropolitana Milanese perché non è pensabile che la Città Metropolitana sia costituita solo attraverso un articolo di legge» ma occorre calarne le funzioni nel concreto e nel tessuto delle società e, in questo, Expo può essere un’ottima occasione.
Dal punto di vista pratico, Martina ha ricordato che andrà gestita anche tutta la fase cuscinetto che va dalla fine dell’evento Expo all’inizio dei nuovi progetti e, su questo, occorrerà fare un cronoprogramma definito in cui sarà stabilito quali attori dovranno essere presenti e per fare cosa.
Tuttavia, il Ministro Martina ha insistito molto sul contenuto di Expo: «La vera eredità di Expo è insita nel suo tema ed è legata alla sfida per l’alimentazione globale e, quindi, verosimilmente collegata al tema della ricerca. Anche per questo – ha affermato il Ministro – stiamo iniziando a lavorare per costruire un’operazione Milano-Dubai con cui si andrà a legare il post-Expo milanese al progetto per Dubai 2020 (dove si svolgerà la nuova Expo)».
Più legato alle polemiche politiche sul dopo-Expo, invece, è stato l’intervento di Stefano Boeri che ha segnalato che probabilmente sulla gestione del post-Expo si giocherà gran parte della campagna elettorale per la conquista del Comune di Milano.
A chiudere il dibattito è stato l’intervento del Segretario del PD della Lombardia Alessandro Alfieri, un po’ più concentrato sulle problematiche interne al partito e al rapporto non esattamente sereno tra maggioranza e minoranze.
Sul tema dell’incontro, Alfieri ha affermato che Expo è un’importante piattaforma diplomatica dove arrivano delegazioni da tutto il mondo e ha reso Milano una città sempre presente su tutti i media come capitale del dibattito sulle sfide dell’alimentazione e, in particolare, del come investire sulla sicurezza alimentare e come cercare di far fronte al problema della scarsità di cibo.
Il dopo-Expo, secondo Alfieri, sarà un banco di prova per la politica locale e per la Città Metropolitana.
«La vocazione di Milano è quella di essere una città globale, aperta e accogliente e di stare dentro alle dinamiche internazionali», ha detto Alfieri, segnalando però la necessità di fare attenzione a come il Partito Democratico si vuole collocare dentro a questi processi e con quale rapporto rispetto alla globalizzazione che ha cambiato il mondo.
«La Lega rifiuta la globalizzazione, alza i muri – ha sottolineato Alfieri – mentre noi del PD vogliamo stare dentro a questo processo e governare i fenomeni, anche perché mettere i muri vuol dire anche tenere fuori dei talenti».
Per Alfieri, tuttavia, è un errore grave negare le ansie e le preoccupazioni dei cittadini che la Lega cavalca, mentre occorre tradurle in un modello di società in cui vengono governate.
Sulle polemiche post-elettorali, Alfieri ha ricordato che il PD rimane comunque il principale partito del Paese e va molto meglio rispetto agli altri partiti della sinistra europea perché ha saputo abbattere alcuni tabù che questi non sono riusciti a fare.
«Hollande sta inseguendo la destra per cercare di recuperare un po’ di consenso elettorale! – ha segnalato il Segretario regionale del PD – E’ Hollande il principale motivo di freno alle richieste italiane in materia di politiche per l’immigrazione in Europa».
In chiusura del suo intervento, il Segretario Alfieri ha ricordato ai presenti che il Governo Renzi è impegnato in un grande sforzo per cambiare il Paese: «Cambiare è complicato perché è chiedere a tutti di fare uno sforzo per non difendere la propria rendita di posizione. Oggi sono necessarie maggiori risorse per i nostri territori perché vengono utilizzate dagli Enti Locali per rispondere ai bisogni dei cittadini in maggiore difficoltà e il Governo deve garantirle ma, allo stesso tempo, i territori devono aiutare e sostenere il Governo nel processo di cambiamento del Paese».