mercoledì 24 ottobre 2012

I candidati alla Regione Lombardia

In questi giorni si fa un gran parlare dei possibili candidati alla presidenza della Regione Lombardia per il centrosinistra. Dopo il no ufficiale di Umberto Ambrosoli, i giornali stanno setacciando tutte le possibili (e a volte anche impossibili) alternative. Si è partiti dai nomi già in campo di Giulio Cavalli, Pippo Civati e Kustermann, fino a Bruno Tabacci (ormai autocandidatosi a qualunque cosa) e si è arrivati a tirar fuori dal cilindro il nome di Fabio Pizzul, giornalista e noto conduttore radiofonico, di area cattolica, attualmente consigliere regionale, eletto con tantissimi voti (cosa non da poco). La discussione principale intorno alle candidature è quella inerente il consenso dei possibili candidati: si tratta, infatti, di trovarne uno capace di ottenere un consenso ampio, non solo a sinistra ma anche al centro dato che l'elettorato lombardo ha votato per anni il centrodestra.  Sembra, infatti, che il solo problema (almeno per i giornalisti che scrivono e commentano quanto avviene) sia quello di avere un candidato in grado di ottenere i voti sufficienti per vincere le elezioni. Sicuramente il problema esiste dati i precedenti esiti elettorali in Lombardia, però, la discussione da fare è un po' più complessa. Ci sono soggetti che sono sicuramente in grado di ottenere un largo consenso per la loro storia personale, perché sono nomi importanti, perché hanno svolto attività che li hanno resi noti al pubblico, ma il punto vero - a parte la simpatia personale che uno può saper suscitare o meno - è per fare cosa si candida e con quale programma? Quello che si andrà ad eleggere in Lombardia è un presidente che dovrà governare una Regione grande, con territori complessi, aziende, infrastrutture... Insomma, al di là del nome noto o di richiamo, serve anche una persona che abbia reali capacità di governare e che lo faccia con un programma chiaro e condiviso con una squadra coesa. Siamo sicuri che tutte le persone  più o meno note che stanno venendo fuori in questi giorni siano portatori di queste qualità e abbiano una reale esperienza che li renda competenti in materia? Personalmente, su molti di loro ho dei seri dubbi. Molti dei nomi tirati fuori sono soggetti che si muovono in solitaria, che hanno anche delle idee brillanti per certi aspetti ma che non sono quasi mai in grado di lavorare in squadra: spesso agiscono soli con dei supporter dietro... si vedano, ad esempio, le trovate comunicative di Civati o le nobili battaglie di Cavalli: belle, interessanti, a volte, utili, ma rigorosamente singole. E' pericoloso candidare un soggetto che agisce da solo e seguendo esclusivamente le idee che gli passano per la testa, senza che prima le abbia confrontate con altri. E' sbagliato votare qualcuno solo perché è più famoso di altri delegando alla sua notorietà (magari ottenuta per altre qualifiche ben diverse dalla capacità politica) anche la possibilità di compiere scelte strategiche decisive che andranno ad incidere sulla vita reale dei cittadini. Ad esempio, qualcuno dei sostenitori di Pizzul ha mai letto o ascoltato i suoi interventi in Consiglio Regionale e si è mai accorto di che collocazione politica hanno e, se sì, la condividono davvero o si fidano solo per il cognome che porta senza entrare nel merito delle questioni? La persona che dovrà essere eletta dovrà essere in grado di rappresentare tutti i cittadini lombardi e non solo se stessa e la rappresentanza non è esclusivamente legata al voto ma anche al cosa saprà fare dopo (si veda quanti milanesi hanno votato Pisapia perché non volevano più vedere Letizia Moratti e ne hanno in parte condiviso l'impostazione iniziale e quanti oggi dicono di riconoscersi nella politiche intraprese dal Comune di Milano da lui guidato...). Al di là di ciò che scrivono i giornali, dei candidati dalla stampa e degli autoproposti o di quelli che sognano la chiamata, si apra una vera discussione sulle idee e si cerchi chi meglio le può rappresentare per esperienza, capacità e impostazione personale perché i consensi raccolti per vincere bisogna anche saperli mantenere.