sabato 2 dicembre 2017

Legalità per la Lombardia di domani

Questa mattina al Tavolo Legalità di Lombardia Domani, coordinato da Federico Ferri e Claudia Peciotti, dove personalità importanti, appartenenti a diversi settori professionali, hanno dato il loro contributo per la costruzione del programma per Giorgio Gori. 
Tanti i temi toccati, dalla sanità, alla corruzione, alla struttura di ARAC, al racket degli alloggi popolari, ai beni confiscati (Regione Lombardia è la seconda in Italia per numero di procedure in gestione di beni non ancora destinati, mentre è al 4°/5° posto per numerosita' di aziende e beni destinati) e molte le proposte pervenute per far fronte ai vari problemi. 
Tre queste, alcune sono state portate dal senatore Franco Mirabelli
1) Istituire una consulta permanente con associazioni e ordini professionali per fare in modo che ci sia maggiore attenzione al tema delle mafie e si possano contrastare meglio i tentativi di infiltrazione; 
2) Riflettere sul legame tra periferie e criminalità perché spesso dietro al racket delle occupazioni abusive degli alloggi popolari si nasconde la criminalità organizzata e ALER (l'azienda regionale che gestisce il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica) si astiene dall'assumersi qualunque tipo di responsabilità rispetto a questo problema; 
3) Lavorare per la diffusione di una cultura della legalità perché le mafie sono insediate in tutto il territorio regionale e nessuno se ne preoccupa mentre invece è necessario farne conoscere la pericolosità e il lavoro della commissione antimafia regionale, seppur importante, non è sufficiente.
Sulla necessità di prestare maggiore attenzione alle mafie si è concentrata anche la testimonianza di Edoardo Cagli, che ha segnalato come oggi la presenza mafiosa sui territori del Nord è arrivata agli stessi livelli in cui era inizialmente al Sud e troppo spesso viene sottovalutata.
Al tavolo è intervenuto anche il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il quale ha ricordato che dal punto legislativo molte cose sono state fatte nel corso della legislatura per contrastare le mafie mentre ora è necessario che lavorino anche i corpi intermedi e gli ordini professionali perché imparino a riconoscere i fenomeni criminogeni e facciano attenzione a cosa avviene al loro interno.
Sul fronte della politica, il Ministro Orlando ha segnalato la necessità di fare attenzione a come si seleziona la classe dirigente ma anche alle scelte politiche che si compiono perché possono in qualche modo agevolare i business delle mafie. Per quanto riguarda il problema dello scioglimento dei Comuni, sollevato anche oggi da alcuni quotidiani, il Ministro ha segnato che la normativa interviene per commissariare la politica ma lascia intatta la struttura burocratica dove invece spesso si creano le infiltrazioni della criminalità organizzata.
Di beni e aziende confiscate ha parlato invece Paola Pastorino mentre sui problemi di ARAC è intervenuta Giovanna Cerimbelli (di cui è presente anche un'intervista su Repubblica di oggi), altri hanno richiamato la carta dei valori di Avviso Pubblico, la legge sul whistleblowing, i problemi legati ai controlli e alla trasparenza nelle procedure di Regione Lombardia e in particolare sul fronte della sanità.
Tanti, dunque, gli spunti arrivati nel corso della discussione e utili per aiutare Giorgio Gori a riempire il capitolo sulla legalità del suo programma.