giovedì 15 dicembre 2016

Renzi ha fretta

“Il Governo Avatar” oppure “Il Governo Fotocopia”: i grillini hanno definito così il nuovo Governo Gentiloni, un governo “avatar di Renzi”, “fotocopia” di quello precedente guidato da Renzi, appunto. La scelta della riconferma di quasi tutta la squadra che lo compone, sembra confermare questa teoria.
Per tutta la scorsa settimana sulle pagine dei giornali si sono rincorse ipotesi e nomi ma la realtà, invece, è stata molto semplice e banale: Renzi vuole andare a votare presto.
Non c’è altro da spiegare. Tutto ciò che si sta vedendo è conseguenza di questa scelta.
Renzi ha promesso che, in caso di sconfitta al referendum, avrebbe lasciato e lo ha fatto ma, non volendo fare anche la figura del perdente, ha cominciato a pensare di voler tornare al voto in fretta per non restare schiacciato dalle urla continue delle forze di opposizione che rivendicano le urne e anche per capitalizzare il “suo” presunto 40% conquistato con i Sì.
Da questo punto Renzi è partito e da questo punto non si è mai mosso.
Nessuna trattativa nel PD per arrivare altrove: altro che i presunti tradimenti di Franceschini e gli accordi. Tutti nel PD sanno che l’unica carta possibile da giocarsi anche per il futuro resta Renzi e, quindi, si sono adeguati. Tutti nel PD sanno che si ottengono risultati migliori se si è uniti e, quindi, perché mai andare contro al Segretario (oltretutto che rivendica una forza del 40% nel Paese) e rompere tutto?
Magari qualcuno ci ha pure provato a dire a Renzi che occorreva agire in modo diverso ma poi deve aver capito che non c’era spazio per altre ipotesi oltre a ciò che Renzi stesso aveva già esplicitato. Lo si è visto anche negli interventi alla Direzione Nazionale. Il PD ha scelto di salvare la faccia di Renzi e poi di salvare la propria unità, convergendo di fatto, su ciò che Renzi aveva deciso.
Il Governo Gentiloni è espressione di questo e serve a questo.
“Gentiloni marionetta di Renzi”, dicono le forze di opposizione, tanto che ne ha mantenuto anche i Ministri, un “Governo Renzi Senza Renzi” scriveva Gramellini su La Stampa e via con commenti analoghi ma è evidente che se la scelta politica di fondo è quella di salvare la faccia di Renzi, tenere unito il PD e andare al voto presto non ci potevano essere altre strade.
E che la scelta di fondo sia proprio quella lo si vede bene anche dalla composizione del nuovo Governo, che sicuramente ricalca quello vecchio: che bisogno c'è, infatti, di mettere persone nuove nei Ministeri, se comunque devono durare poco? Tanto vale lasciare chi c'è già e consentire almeno che si provi a finire ciò che si è iniziato. Restano, tuttavia, alcuni accorgimenti: la Boschi, a dispetto dei commentatori che la volevano fuori in quanto al referendum è stata bocciata la sua riforma, acquista potere e diventa Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Luca Lotti (altro uomo di Renzi) ha la delega al CIPE (gestisce la distribuzione delle risorse sui vari progetti).
Inoltre, siamo di fronte ad un Governo Elettorale, cioè studiato sulle esigenze della campagna elettorale: nell’analisi del voto del 4 dicembre si è detto che il Sud ha votato No perché scontento del disinteresse per le questioni meridionali e ora arriva un Ministro per il Sud (De Vincenti); nell’analisi del voto è emerso che un gran caos è avvenuto in seguito alla rivolta degli insegnanti scatenata dalla Buona Scuola e allora si è sostituita la Giannini con la Fedeli. Infine, è un governo senza Verdini perché così la sinistra potrà smettere di dire che Renzi va a braccetto con Verdini e poi è un governo a prevalenza netta PD ed è evidente che i voti del PD da soli non sono sufficienti per garantirgli lunga vita, soprattutto al Senato dove i numeri sono sempre traballanti. E Gentiloni stesso lo ha detto: “il Governo non ha scadenza ma dura finché c’è la fiducia” e questa potrebbe venire a mancare molto in fretta.