mercoledì 9 novembre 2016

Leopolda 7

A questa edizione della Leopolda sono finalmente riuscita ad andare anch’io. Ci sono andata per curiosità, per vedere chi c’è e che si dice lì dentro, quanto c’è del PD e quanto c’è di altro.
L’impressione complessiva è di essere dentro ad un grande show: bello e studiato in ogni suo particolare.
Un format che si è evoluto molto, mi spiegavano persone che sono state presenti fin dagli esordi, per dare vita ad un appuntamento che è cresciuto in partecipazione e in prospettive nel corso del tempo ma che ha anche visto cambiare il ruolo dei propri protagonisti: oggi Renzi non è più un coraggioso esordiente della politica che vuole rovesciare le poltrone agli inamovibili ma è il Presidente del Consiglio e così molti altri suoi amici e compagni di avventura.
Molto positivo e propositivo il clima: sorridenti i presenti, contenti di essere lì; non le facce serie da convegno politico ma i volti allegri di chi partecipa ad un evento festoso.
Dal palco si sono alternati novità (come il medico di Lampedusa Piero Bartolo e l’attore Alessandro Preziosi) e habitué (Farinetti, Nesi), qualche ritorno (Giorgio Gori e Matteo Richetti) e soprattutto molti “nessuno”, in prevalenza giovani e poi rappresentanti dei vari mondi (imprese, mamme, studenti, amministratori locali).
Tutti hanno portato se stessi e le proprie esperienze ponendosi al pubblico come esempio positivo, ciascuno per il proprio ambito e, poi, ovviamente, tutti gli interventi erano volti anche a esplicitare le ragioni del sì alla Riforma Costituzionale, applicandola ciascuno al proprio contesto (molto apprezzata l’appassionata Teresa Bellanova, dal sindacato al Ministero dello Sviluppo Economico, che ovviamente ha parlato delle battaglie portate avanti dal Governo e dei risultati ottenuti in termini di lavoro).
Alla Riforma Costituzionale è stato dedicato anche l’intero pomeriggio del sabato, in cui Boschi e Richetti si sono calati nelle vesti di presentatori e, con l’aiuto di costituzionalisti, hanno smontato le “bufale” che diffondono i sostenitori del No. Sembrava di assistere ad un spettacolo televisivo, con politici perfettamente a loro agio nei panni di intrattenitori.
Nella mattinata, invece, si erano fatti i tavoli di lavoro con esperti e politici, diventati un po’ un must della Leopolda dopo il successo avuto in una passata edizione.
La giornata conclusiva della domenica è stata decisamente presa d’assalto: tutti gli spazi dell’ampia ex stazione erano superaffollati di giornalisti, politici, fans e curiosi ed è stata un continuo di crescendo di interventi a ritmo sostenuto fino all’arrivo del momento di Renzi (preceduto da un black out causato dal temporale).
Non è semplicissimo cogliere tutto in quanto gli spazi della Leopolda sono davvero molto grandi e non tutti sempre accessibili (per ragioni di sicurezza, dato che si era in presenza di Ministri) ma comunque sempre affollati e anche districarsi tra la folla per spostarsi da un punto all’altro dei saloni poteva essere complicato.
Complessivamente si è trattato di un grande evento, con tanto di gadget da poter acquistare, non necessariamente legato al PD ma fortemente legato a Renzi.
Per questo, sbaglia chi si indigna per cori o altro contro esponenti del “partito” perché la Leopolda non è l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, tanto che di politici, pur essendo presenti in massa, hanno parlato in pochissimi dal palco (e il miglior intervento è stato quello di Debora Serracchiani, in conclusione della giornata del sabato) e chi vi partecipa non necessariamente è parte anche del PD o magari ci è entrato da quando c’è Renzi e cercando dentro ciò che trova alla Leopolda. I due contenitori si mischiano a volte ma non sono la stessa cosa.
In generale, al di là delle polemiche uscite sui quotidiani, all’interno si respirava un clima positivo e c’erano persone propositive, con molta voglia di impegnarsi e di mettersi in gioco.