sabato 14 novembre 2015

Parigi è un sogno

Parigi è un sogno.
Il sogno di chi ha studiato francese. Il sogno di tanti libri di letteratura che hanno segnato la storia non solo della Francia. Il sogno fin da bambina con il cavallo a dondolo bianco e la spada di plastica come la Stella della Senna.
Parigi era il sogno anche nella prima vacanza di un capodanno, nonostante il freddo gelido a cui non ero abituata e la febbre alta arrivata proprio il giorno della partenza.
Parigi è stata la vacanza colorata a Montmartre e frivola a Pigalle, le luci sugli alberi lungo gli infiniti Champs-Élysées, il mistero di Notre Dame, i corridoi labirintici della metropolitana, il fascino del Louvre che tante storie aveva ispirato, le ore di coda in un prato gelato per salire sulla Torre Eiffel, i tetti grigio-blu dei palazzi, i panini con il burro ovunque anche dove non serve.
Parigi è stata il sogno di un viaggio di lavoro ottenuto per un colpo di fortuna in un assolato settembre, in sostituzione in corsa di una collega ammalata.
Parigi è stata una cena sul Bateau Mouche, una notte in un grattacielo a La Défense, una corsa a l'Opéra per recuperare una borsa di Hermès verde, una conferenza internazionale con giornalisti di tutta Europa.
Poi di nuovo una vacanza, di nuovo ammalata e affaticata a dividermi tra il Beaubourg e il cimitero intricato degli artisti, tra la fabbrica della L'Oreal e le tracce di Napoleone. Parigi per me è ancora il sogno.
E' terribile vedere ciò che è accaduto questa sera. Hanno portato la guerra dentro le nostre città, andando a colpire persone normali che facevano cose normali e non posso accettare né capire una guerra che ha il solo unico scopo di uccidere e distruggere. Continuo a chiedermi "perché?" ma non c'è risposta sufficiente a tutto questo.
Parigi non merita questo orrore. Nessuno merita questo orrore.
Non c'è niente che possa giustificare simili atti.