mercoledì 10 luglio 2013

Il PD non si è spiegato

Da quando è nato il Governo Letta tutti si sono concentrati sulle dinamiche del PDL. Tutti non hanno fatto altro che domandarsi come e quando Berlusconi avrebbe staccato la spina al Governo, a seconda di ciò che gli conviene.
La verità, però, è che a Berlusconi (a maggior ragione se si avvicinano le condanne giudiziarie) non conviene affatto staccare la spina al Governo perché difficilmente potrebbe poi tornare in Parlamento.
Quello che invece potrebbe preoccupare il Governo Letta, anche in relazione alle problematiche giudiziarie di Berlusconi, sono le dinamiche interne al PD: “Lo stato maggiore democratico riuscirebbe a reggere le pressioni della base che chiedesse di rompere con il partito di Berlusconi? Quanto a lungo il Pd potrebbe resistere all'offensiva dei social network, ai girotondi su internet e nelle piazze?”, si domanda Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Ed è questa la domanda azzeccata perché è il PD che al suo interno non ha mai voluto questo Governo di “larghe intese” e che continua a non riuscire a farlo digerire ai propri militanti e ogni volta che qualche esponente deve parlarne si trova in imbarazzo, ci mette davanti mille giustificazioni e zero entusiasmo, nonostante il Presidente del Consiglio sia del partito e i buoni propositi che egli mette nelle azioni del governo.
Ed è il PD che, anziché, cercare di uscire dallo stagno e mettere il cappello su un Governo di cui ha il premier e diversi ministri o quanto meno di caratterizzarne l’azione focalizzando i propri obiettivi da portare a casa (o, detto brutalmente, di “piantare qualche bandierina”), continua a disperdersi in una litigiosità interna frutto del posizionamento precongressuale e a lasciare il pallino dell’azione dell’esecutivo totalmente in mano al PDL.
Basterebbe poco per invertire la rotta, basterebbe guardare ai provvedimenti approvati, segnalare cosa si è cercato di fare per i cittadini italiani, per rifinanziare la cassa integrazione o sugli ecobonus ad esempio e, invece, nulla: anziché guardare a ciò che si porta a casa si guarda altrove (agli F35 ad esempio, altra grana che sta per esplodere nel PD).
Il tutto sotto gli occhi di iscritti e militanti sempre più spazientiti e confusi che non si riconoscono più nelle scelte del partito e dei suoi rappresentanti nelle istituzioni e sotto il martellamento pesante dei media che hanno trovato nel PD un facile bersaglio per ogni cosa che avviene o non avviene.
Di fatto, però, se Berlusconi venisse definitivamente condannato, per il PD diventerebbe molto più che imbarazzante essere al governo con i suoi uomini e ciò che si è visto oggi - con il PDL che evoca l’Aventino e vuol bloccare il Parlamento e il Partito Democratico così terribilmente lacerato in mille posizioni - potrebbe essere solo un triste preludio di ciò che ci aspetta.

Nel PDL sono più attenti alla comunicazione: mandano messaggi chiari, forti, assolutamente riconoscibili. Poco importa se si tratta di cose giuste o no: ad esempio fin da subito la posizione del PDL sull’IMU è stata netta e certa (il PD che pure poteva giocare di mediazione perché ha delle proposte di riforma, ci ha messo un paio di mesi per riuscire a dire qualcosa sul tema e ancora non si sa se è la “sua risposta definitiva”). Oggi il tutto si è ripetuto sul problema dei processi di Berlusconi: il PDL ha detto forte e chiaro “blocchiamo tutto o facciamo cadere il Governo”, il PD ha detto “no” ma poi dovendo necessariamente mediare (perché il Governo sta in piedi con il sostegno di entrambe le forze politiche) avrà cercato di avviare una trattativa e si è arrivati ad uno stop di mezza giornata circa (con alcune attività parlamentari che comunque procedevano) ma che la stampa ha rivenduto all’esterno come un “sì”. Il tutto contornato di comunicati stampa dei capigruppo che confermavano il “no”, deputati di area renziana e civatiana che si smarcavano e confermavamo che si era trattato di un “sì” ma che loro si erano dissociati in un papocchio comunicativo che ha innescato il solito cortocircuito per cui a fare una pessima figura è di nuovo il PD nel suo complesso, scatenando le ire di iscritti e militanti e anche ex alleati e grillini (che non vedevano l’ora di vedere il Partito Democratico cadere nel trappolone del PDL).

Premesso che non si poteva fare altrimenti dal momento che il Governo Letta per stare in piedi necessita del sostegno sia del PD che del PDL, che la politica è sempre luogo di mediazione e i risultati raggiunti sono sempre frutto di un compromesso tra le parti e gli obiettivi che queste si pongono, che una sospensione dei lavori per concedere ad un gruppo parlamentare di riunirsi in assemblea in alcuni momenti è la prassi e non un fatto clamoroso, l’immagine che è uscita del PD dalla giornata di oggi è disastrosa.

Personalmente, rimango stupita della noncuranza con cui il Pd agisce nei confronti del sistema della comunicazione.
La linea politica può piacere o meno, ma quando si è al Governo con il PDL non si può agire fingendo che una delle due forze sia all’opposizione, bisogna adeguarsi alla realtà, però poi bisogna cercare di saper comunicare bene le scelte che si intraprendono.
Sembra che gli esponenti del Partito Democratico non abbiano la minima idea di cosa arriva ai cittadini di ciò che avviene nelle istituzioni e di, conseguenza, di ciò pensano poi della politica e del loro partito.
Controllare la comunicazione ai tempi della rete è molto complicato perché vengono meno una serie di filtri e mediazioni a livello spaziale e temporale (oggi basta un tweet sbagliato per “scatenare l’inferno” e i comunicati stampa sono qualcosa di superato e spesso rischiano di risultare anche ridicoli in alcuni frangenti perché arrivano quando i fatti hanno già smentito il testo scritto), inoltre, c'è un sistema giornalistico malato che il più delle volte non fa informazione ma altro, tuttavia non si capisce in che mondo vivano gli esponenti del PD.
Pochi minuti fa mi è arrivata una newsletter del Gruppo del Partito Democratico al Senato in cui il capogruppo afferma nel titolo “Il PD non si è piegato”. Purtroppo, la verità, invece, è che come sempre il PD non si “spiegato”: ha comunicato malissimo una scelta necessaria ma ostica e, come sempre, ci ha fatto una pessima figura a livello di immagine. Davvero non avevano previsto che si sarebbe detto che stavano facendo un favore al PDL? La verità è che il PD ha un gruppo dirigente che è convinto di fare politica oggi con le stesse modalità di vent'anni fa e non si rende conto di come, invece, nel frattempo, sia cambiato tutto: la politica, la comunicazione, il giornalismo, gli atteggiamenti dei politici. Se prosegue a comunicare in questo modo, il PD e i suoi esponenti si affosseranno da soli e a salvarli non basterà il fatto che la maggioranza degli italiani non ha accesso al web.
Il prossimo pasticcio comunicativo lo si prevede sugli F35.