domenica 31 marzo 2019

Verona

Quello che si è tenuto a Verona non è il congresso della Famiglia ma un evento di oscurantisti provenienti da Paesi a cui non abbiamo nulla da invidiare dal punto di vista della democrazia e del rispetto dei diritti delle persone.
Si può sostenere la famiglia e discutere di politiche in sostegno della famiglia con soggetti diversi e, soprattutto, senza che vi sia bisogno di mettere in discussione le libertà della donna e i diritti faticosamente acquisiti sulla carta e ancora tutti da difendere nella pratica quotidiana.
E' grave non vedere questo, sopratutto non rendersi conto di come questo si inserisca in un clima culturale che spinge progressivamente a regredire rispetto al percorso di emancipazione e tutela da cui l'Italia stava pian piano cominciando a emergere.
Ed è ancora più grave che un evento pensato in quel modo, con la presenza di quei relatori resi noti dalle cronache, abbia goduto del patrocinio e della partecipazione delle nostre istituzioni.
Lo Stato dovrebbe garantire diritti e libertà, lavorare per costruire leggi e percorsi che garantiscano il rispetto di tutti e non che favoriscano le discriminazioni.
E' un controsenso pensare di contrastare la violenza sulle donne e di spiegare agli uomini che devono considerare l'altra come una persona e non come un oggetto di proprietà da gestire a proprio piacimento se poi si sponsorizza chi pensa che le donne debbano stare chiuse in casa a fare figli e quelle che non ne fanno o non possono averne siano il male.
E' difficile insegnare a scuola il rispetto per tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale di ciascuno, se si avvalla la teoria che gli omosessuali sono malati da curare o da rinchiudere.
Uno Stato libero e democratico non può pensare di sostenere la famiglia in quel modo e di dare la propria approvazione ad un evento in cui vengono lanciati simili messaggi.