venerdì 23 novembre 2018

L'insicurezza che si produrrà con il decreto sicurezza

Questa sera al Circolo PD Caponnetto dove si è discusso del decreto-sicurezza, una "legge manifesto - ha spiegato il senatore Franco Mirabelli - voluta dalla Lega per dire che qui non si vogliono immigrati e sperare di scoraggiare le partenze dei disperati semplicemente mettendo regole dure per chi arriva".
Nel testo - è stato spiegato nel corso della serata - non ci sono norme per facilitare i rimpatri a cui si unisce la mancanza di una buona azione diplomatica con i Paesi d'origine dei migranti. Inoltre, il decreto agisce negativamente sulle persone che oggi in Italia sono regolari perché modifica i presupposti per la concessione dei permessi umanitari. Questo farà precipitare molte persone nella clandestinità e nell'irregolarità e questo non agevola la sicurezza ma anzi crea terreno fertile per i criminali.
"In Italia abbiamo le mafie ma il decreto individua come problemi per la sicurezza solo immigrati, mendicanti, posteggiatori abusivi, negozi etnici. - ha detto ancora Mirabelli - Di mafie si parla solo per vendere i beni confiscati per reperire risorse, rischiando che i criminali se li ricomprino e soprattutto facendo venire meno il principio della Legge Pio Latorre che prevede la restituzione del bene alla collettività".
"Che la lotta alla mafia non sia la priorità per questo Governo - ha concluso Mirabelli - lo si vede anche dalla vicenda di Corleone, dove il candidato M5S vuole parlare con i parenti dei boss".
Interessanti le riflessioni fatte poi dal consigliere comunale Alessandro Giungi, che ha spiegato le ricadute negative che questo decreto avrà su Milano, su tutto il lavoro avviato per l'integrazione, sugli Sprar e sui centri di accoglienza.