mercoledì 18 aprile 2018

Le mafie nel territorio dell'Abbiatense

Oggi ad Abbiategrasso è stato presentato il risultato di una indagine sulla percezione delle mafie da parte dei cittadini, realizzata dalla Carovana Antimafia dell'Ovest Milano in collaborazione con Acli e Zyme.
La presentazione è stata tenuta da Piero Sebri e Andrea Cattaneo della Carovana Antimafia dell'Ovest Milano e ha visto anche la partecipazione di Tiziana Losa (Presidente di Confcommercio Abbiategrasso).
Sebri e Cattaneo hanno spiegato che l'indagine si è svolta mediante la raccolta di questionari in 3 presidi nei luoghi di maggior passaggio dei cittadini ad Abbiategrasso.
All'iniziativa hanno risposto maggiormente i giovani.
Cattaneo ha spiegato che, dalla maggioranza delle risposte pervenute, è emerso che ai cittadini disturbano maggiormente i reati predatori (spesso legati alla microcriminalità) e le richieste sono per un maggior intervento delle istituzioni sul fronte della legalità, un maggior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e, soprattutto la certezza delle pene per i colpevoli. Tuttavia, viene anche segnalata la necessità di costruire un forte tessuto sociale per fare da deterrente alla criminalità.
Secondo i dati raccolti, il 46% degli intervistati sostiene che ad Abbiategrasso ci sia la mafia e il 17,9% ha il sentore che ci siano richieste di pizzo e usura.
Cattaneo ha spiegato che dalle risposte pervenute si capisce che i cittadini sono informati su cosa sia la mafia; hanno anche consapevolezza del fatto che si tratta di un’organizzazione ad essere presente sul territorio e non singoli criminali e anche che i mafiosi controllano il territorio e che metodi usano per farlo.
Cattaneo ha sottolineato poi l'atteggiamento ambivalente da parte dei cittadini verso le istituzioni: da una parte, infatti, i cittadini chiedono alle istituzioni di intervenire ma, allo stesso tempo, ritengono che lì ci possa essere il punto di contatto con la criminalità organizzata.
Sebri, nel corso del suo intervento, ha spiegato che la ‘ndrangheta ha colonizzato tutta la zona dell’abbiatense-magentino: i criminali sono insediati nei territori, li abitano ma soprattutto svolgono qui le loro attività malavitose e ne reinvestono qui i proventi.
Sebri ha poi fatto un lungo elenco di famiglie malavitose presenti e attive nei territori dell’abbiatense-magentino e, in particolare, ha citato i Comuni di Casorate Primo, Bubbiano, Zelo Surrigone, Motta Visconti, Calvignasco, Gudo Visconti, Cisliano, Bareggio, Abbiategrasso, Lonate Pozzolo.
L'accusa lanciata da Sebri alla politica è di scarsa attenzione verso i fenomeni mafiosi: "Per molti sindaci e amministratori locali di qualsiasi colore - ha detto Sebri - la mafia non esiste, non vogliono sentirne parlare perché nominarla rovina il nome del loro Comune e anche in campagna elettorale nessuno ha nominato la mafia perché evidentemente facevano comodo i voti dei mafiosi" mentre, invece, " non va bene fare l’antimafia del giorno dopo: la mafia va denunciata prima, non bisogna aspettare le inchieste; ognuno si deve assumere le proprie responsabilità da cittadino e da amministratore".
Tiziana Losa ha portato il punto di vista della Confcommercio di Abbiategrasso e ha segnalato come dai Comuni citati da Sebri per presenze mafiose gli esercenti non abbiano fatto giungere all'associazione di categoria alcuna segnalazione, neanche su pizzo e usura ma questo non significa che la mafia non ci sia: probabilmente ha trovato altre formule per agire, come ad esempio l'infiltrarsi nell’economia legale oppure l'imporre merci.
Il monito lasciato da Losa è che in questi territori "bisogna fare grande attenzione alla grande distribuzione e in particolare ai nuovi centri commerciali che sorgono".