mercoledì 29 marzo 2017

Contro la violenza alle donne

Oggi alla Casa di Alex si è parlato di contrasto alla violenza sulle donne, della necessità di un'educazione improntata al rispetto e lontana dagli stereotipi che parta fin da piccoli, della capacità di cogliere i segnali lasciati da chi la violenza la subisce per offrire appigli e costruire una rete in grado di rompere quei meccanismi e della necessità di supporto e aiuto psicologico sia a chi la violenza la subisce che a chi la commette. 
Interessante l'intervento del magistrato Fabio Roia che ha raccontato le difficoltà delle donne vittime di violenza ad affrontare il percorso processuale perché spesso ancora provano dei sentimenti per la persona che hanno denunciato e perché faticano a riconoscersi come vittime, in quanto spesso non sono state credute o sono state colpevolizzate, e si chiedono piuttosto il perché di certi comportamenti da parte del compagno violento. 
Interessante il magistrato Roia perché ha chiarito che la persona da allontanare è il violento e non la vittima e le donne vittime devono stare nei centri preposti solo il tempo necessario ad allontanare chi ha fatto loro del male; senza dimenticare che, in caso di arresto, il soggetto violento deve essere seguito e aiutato perché altrimenti, quando terminerà la sua condanna, il rischio è che torni più violento di prima per vendicarsi. 
Sembra una banalità ma è la prima volta che sento dire ciò in un dibattito sulla violenza alle donne (e di dibattiti su questo tema ultimamente se ne susseguono molti).