sabato 1 dicembre 2012

Le anti-regole di Renzi

Che ci fosse qualche dubbio sulle regole delle primarie del centrosinistra, personalmente, l'ho sempre pensato e anche espresso, così come non ho mai nascosto le mie perplessità sul doppio turno e sul come sia stato pensato, però, a lato che la partita è cominciata e, vista l'enorme partecipazione dei cittadini al primo turno (oltre tre milioni di elettori), ritengo anche che la discussione sulle regole avrebbe potuto essere serenamente archiviata e i candidati in campo avrebbero potuto concentrati a giocare la partita sui contenuti. Purtroppo, così non è: evidentemente, uno dei due candidati non ha contenuti da presentare e allora continua a straparlare di regole. Che Renzi fosse un candidato "di rottura" lo si sapeva e, girando un po' per i seggi domenica 25 novembre, era chiarissimo che chi è venuto a votarlo, principalmente lo faceva inneggiando alla "rottamazione" (di tutto, dell'apparato, dei burocrati, di D'Alema e della Bindi, del Pd) e, quindi, era ovvio che anche la settimana del ballottaggio se la sarebbe giocata su questo tema - in fondo è più facile parlare "contro" che non parlare "per" - tuttavia, qualche riflessione è il caso di farla.
I "renziani" non iscritti al Pd che sono venuti a votare alle primarie, nella maggior parte dei casi, non sono venuti a registrarsi prima del 25 novembre ma si sono presentati direttamente il giorno stesso, oppure hanno fatto la preregistrazione online (che, però, doveva poi essere convalidata comunque da chi registrava). La maggior parte di questi, una volta arrivati, si sono anche lamentati delle code protestando vivacemente (al circolo Prato Bicocca di Milano, dove mi trovavo, abbiamo avuto 1129 elettori e la coda era al massimo di 5-7 minuti nell'ora di punta, cioè dalle 10:30 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 17:30) e qualcuno si è anche lamentato di dover lasciare il contributo di 2 euro.
Capisco che la società moderna va di corsa, capisco che si ha sempre fretta di qualsiasi cosa, però, era una domenica e chi ha segnalato di avere problemi di tempo particolari è stato fatto passare senza problemi. Tutti gli altri che fretta avevano di non saper aspettare 5 minuti? Quando si va alle poste o dal medico non si attende pazientemente il proprio turno? Quando si va a votare alle elezioni vere, nei seggi istituiti dentro ai plessi scolastici, e capita di trovare un po' di coda, ci si mette ad imprecare contro scrutatori e presidenti perché non si ha voglia di fare la fila? Credo proprio di no e allora mi domando per quale ragione, chi è entrato nei nostri circoli o nelle sedi affittate per fare da seggi, sia arrivato con tanta aggressività verso i volontari che cercavano di farli funzionare?
Forse, se fossero venuti a registrarsi prima, come era stato più volte segnalato, avrebbero fatto meno coda. Forse, se anziché imprecare contro chi era lì a impiegare il proprio tempo e giornate intere per far funzionare le primarie, si fossero messi a dare una mano e ad aggiungersi ai volontari, le code si sarebbero smaltite prima.
Quello che è accaduto è offensivo nei confronti di chi a queste giornate così belle e partecipate ha dedicato tanto tempo e passione e Renzi e suoi supporter farebbero meglio a tenerne conto invece di incattivire la gente con problematiche inesistenti.
Il buttarla in caciara subito dopo che tre milioni di persone sono venute a votare è stato un altro errore.
La polemica sollevata da Renzi e dai renziani sulle regole del ballottaggio è demenziale: che gusto c'è a continuare a incattivire la gente, a volerci fare apparire a tutti i costi come chiusi, a voler far venire le persone a votare non a favore suo ma contro gli altri? Mi pare che i toni usati negli ultimi giorni sono stati davvero fuori luogo. Le regole stabilite da queste primarie - per quanto non piacciano neanche a me - sono state approvate e accettate da tutti i candidati e allora non si capisce perché serve fare tutto questo casino a metà della partita. Quando si va a votare alle elezioni vere si contestano le regole? A me non sembra.
Votare alle primarie non è né un diritto né un obbligo, è una libera scelta. Il tutto è messo in piedi grazie alle strutture dei partiti promotori (e questo dovrebbero tenerlo ben presente anche i signori della società civile che tanto schifano i partiti e i loro apparati ma poi vengono ad appoggiarsi proprio ad essi) e forse un po' meno insulti sarebbero graditi. Chi sceglie di votare alle primarie, sceglie di stare alle regole (che, in questo caso, prevedevano preregistrazione e pagamento di 2 euro). Sicuramente ci sono stati molti aspetti da migliorare in queste primarie (ad esempio la questione delle preregistrazioni online che, di fatto, erano inutili), ma non si migliorano ridicolizzando tutto quanto.
Renzi - che sembra tanto bravo a parlare fuori dai recinti del centrosinistra - avrebbe dovuto invitare i cittadini a votare per lui e per le idee che lui portava nel Pd, avrebbe dovuto provare a portarli dentro e non contro. Questo non lo ha saputo fare e, dai toni usati dai suoi sostenitori che venivano ai seggi, si intuiva molto chiaramente.
Nel 2009, durante la campagna congressuale, anche per Franceschini si sono fatte battaglie dai toni accesi, anche lì c'era una richiesta forte di innovazione e cambiamento rispetto a certi modi antichi di fare politica e certe persone che li incarnavano, ma Franceschini ci invitava a venire dentro al Pd e a votare per costruire insieme un partito più nuovo e moderno.
A Renzi manca totalmente l'aspetto costruttivo (che è la parte più difficile), invita a prendere a martellate quello che c'è, dice di volere il futuro ma per farlo continua a richiamarsi al passato, contestando tutta la storia di governo del centrosinistra (e mai quella del centrodestra) mentre della sua idea di cosa vuole per il futuro anche del Pd ha detto pochissimo (a parte questa ossessione del mettere tutto online, senza capire che la modernità va oltre ben la rete). A Renzi manca l'inclusività, la costruttività, il far sentire parte di un progetto comune e anche la sua visione di società non è chiara: dice frasette a spot e cambia idea a seconda di chi lo sponsorizza. Questo si riflette sui suoi elettori e il risultato è l'insulto continuo che vediamo in questi giorni. Ne avremmo fatto tutti volentieri a meno, anche perché uscite come quelle delle pagine comprate sui giornali per spingere persone non registrate a farlo, violando il regolamento stabilito, costringono l'altra parte a rispondergli e a perpetrare una discussione tutta interna che agli italiani non interessa minimamente.