mercoledì 13 aprile 2011

Quando la Carta diventa «manifesto» - Avvenire

Dai magistrati al popolo viola, tutte le volte che la Carta è stata usata per protestare - Avvenire 13 aprile 2011
In mano per essere sventolata come un libretto.
Sotto la mano per un giuramento. Tra due mani a leggio per essere declamata.
Persino in formato gigante per essere agitata come un cartellone. La Carta costituzionale negli ultimi anni è diventata sempre più - da quadro normativo supremo della nostra politica, dal quale tutte le leggi discendono - anche un oggetto protagonista in prima persona dello scontro politico. Colpa del centrodestra che la vuole tradire, insorgono le opposizioni. Con in prima fila il Pd che ieri - constatata l’impossibilità di frenare la maggioranza in tema di giustizia - ha escogitato una maratona oratoria a base di lettura dei suoi articoli.
Macché, è la 'sinistra' a considerare la Carta del 1948 un feticcio intoccabile – ribatte lo schieramento avversario – usato per bloccare ogni tentativo di riforma in campo politico ed economico (vedi la recente polemica sull’articolo 41).
L’ostruzionismo a colpi di Costituzione, però, è un inedito a memoria d’uomo.
Anche i radicali, maestri di oratoria fluviale e inventori del 'filibustering' all’italiana, hanno fatto impazzire vari presidenti della Camera con infiniti richiami al regolamento (che pure ha un valore costituzionale) e all’ordine dei lavori. Ma la strategia messa in atto dal partito di Pier Luigi Bersani da un lato affonda le sue radici nella storia dei partiti della prima Repubblica (la Repubblica dei partiti, appunto, per dirla con Pietro Scoppola), dall’altro guarda ai vari movimenti di protesta nella società civile dei nostri giorni. Prima icona, dunque, Dario Franceschini, che nel febbraio 2009 giurava da segretario del Pd sui sacri valori della Repubblica di fronte a un commosso papà Giorgio, ultraottantenne partigiano 'bianco' e già deputato Dc negli anni Cinquanta. Un rappresentante emblematico di quella politica dell’arco costituzionale, cioè delle compagini che hanno fatto la Carta, Msi escluso. Secondo fermo immagine: le colonne di viola vestite o quelle scese in piazza brandendo in girotondo, oltre alle agende rosse uguali a quella di Borsellino, anche il libro scritto dai padri costituenti del 1947. Per chi ama la cultura, declinata come impegno civile, poi, nei mesi scorsi è stato tutto un susseguirsi di lezioni di diritto costituzionale in varie sedi, con Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà nei panni dei docenti democratici in servizio permanente effettivo. Fino all’apoteosi del 12 marzo scorso per la maratona giornalistico-politico-spettacolare del C-Day. Per non parlare di alcuni magistrati che all’inizio dello scorso anno, per criticare i progetti di legge in tema di giustizia, si sono presentati in varie sedi, tra cui la piazza del Quirinale, con le toghe a lutto (oppure sfilandosela) e agitando una gigantografia della Costituzione. Sana e robusta, si dice, infatti.
(G.San. - Avvenire)