venerdì 4 luglio 2025

Pesaro

Sono stata qualche giorno a Pesaro. Avevo voglia di vedere il mare già da parecchio. Quando sono arrivata è stato come se non fossi mai andata via: il terrazzo per guardare il mare che cambia colore durante la giornata, la passeggiata sulla spiaggia libera quando il sole cala, le ombre si allungano e le persone vanno via,  il tramonto al porto, la musica rock di un bar sulla spiaggia per passare la serata, la sveglia presto per guardare l'alba. Si sta bene lontano dai problemi.  

Pesaro era vivace: non c'erano molti turisti (anche se l'hotel dove stavo io era pieno), c'era dibattito serio anche sul lungomare con associazioni e raccolte firme che proseguivano nelle discussioni dal molo del porto (le ho ascoltate tutte anche se non ho mai voluto intervenire); c'erano gli eventi dell'estate ma anche momenti culturali diversi. 

I primi giorni ho provato a tenere i ritmi del mare ma alla milanese (cioè di corsa), poi ho capito che non poteva funzionare e ho deciso che era il mare a doversi adeguare al mio ritmo di relax ed è andata meglio. Il mare, a questo giro, era tranquillo: al mattino c'era la marea bassissima, verso le 10.30 iniziavano un po' di onde perché la marea si alzava ma poi, contrariamente agli altri anni, dopo un paio d'ore tornava fermo, segno che aveva già raggiunto il suo livello e forse anche perché,  stranamente,  non ho mai trovato vento.

Faceva caldissimo,  come a Milano; al pomeriggio l'acqua del mare è  arrivata anche a 29 gradi ma è sempre stata trasparente e pulita.  

La regina della spiaggia era una bellissima bambina bionda a cui tutti giravano intorno, lei faceva ciao con la manina e tornava ai suoi giochi. 

La spiaggia era quella di sempre, dove mi conoscono da anni, dove il capo di tutti è un nonno importante e conosciuto, con una gamba dolorante e fasciata che scherza con tutti e porta in giro in motorino il fidanzato di suo figlio. 

I vecchietti erano nei luoghi più impensabili,  tra cui la piattaforma per fare i tuffi e il locale serale più figo per gli aperitivi vista tramonto.  

I ragazzini stavano finendo gli esami di maturità e si vedevano in giro solo qualche sera (meravigliosi a cantare le canzoni di Achille Lauro al Karaoke). 

Ci sarebbero state molte cose da fare e da vedere ma avevo deciso che, non avendo il mare a Milano,  era meglio stare in spiaggia a guardare il mare.